Una vita fra i libri, Mimmo Minuto si racconta

9 minuti di lettura

Non si deve deconcentrare, sta facendo un’intervista” scherza una cliente abituale, rivolgendosi ironicamente a Mimmo Minuto. Siamo nella sua libreria “Libri ed eventi” a San Benedetto del Tronto, a due passi dalla stazione. In un afoso pomeriggio di inizio autunno, l’attività è frenetica e il decano dei librai non riesce a fermarsi un attimo. “Non si preoccupi, l’intervista può aspettare. Un lettore, però, mai. Quando vedo qualcuno che legge, mi illumino”. E intanto si sbraccia per indicare “Legami”, l’ultimo libro di Eshkol Nevo. “Chi vuole leggere cavolate, meglio che se ne vada in una libreria di catena. Ma lei [indicando la cliente, ndr] cerca qualità. Qui la può trovare”.

Le puntate precedenti. Il primo libraio a sbarcare su Ithaca è stato Daniele De Angelis, alla guida della libreria Prosperi di Ascoli Piceno. Un amico, con cui collaboriamo per tante iniziative ed eventi (a breve ne saprete di più, restate sintonizzati!). La sua intervista la potere ritrovare QUI. Ma al cospetto di Mimmo, un po’ di timore reverenziale c’è. Da anni lo seguiamo e raccontiamo attraverso i suoi eventi culturali, ad esempio quest’estate (QUI, QUI, QUI, QUI, QUI e QUI), e da un po’ lo inseguiamo per un’intervista. Ci siamo riusciti (e ne è valsa la pena, per questo non smettete di leggere!).

Gli “Incontri con l’autore”. Sono 1321 autori per 1634 presentazioni di libri. “Alcuni, come vedi, sono tornati più volte. Il primo – non so se lo conosci – è stato un certo Piero Angela (e cito anche Luca Goldoni, Nantas Salvalaggio). Siamo la rassegna più longeva, con 43 anni di storia. C’erano iniziative più antiche, ma molte di queste ormai non esistono più. E ci siamo allargati a cittadine dell’entroterra o, sempre sulla costa, nel vicino Abruzzo. E questo cosa implica? Rapporti continui con le case editrici che curi anno dopo anno. Mi arrivano 300 proposte di incontri, ma non si può riuscire a fare tutto. E a volte le scelte sono dolorose (e mi becco qualche insulto), fatte grazie all’esperienza, rimanendo sempre aggiornati giorno dopo giorno. Con tanti degli autori siamo rimasti amici, anche stretti”. Mentre Mimmo risponde a un collaboratore, mi giro e vedo “La destra al potere”, l’ultimo libro di Carlo Galli. “È stato uno dei miei docenti preferiti all’università di Bologna – commento subito – per l’esame di Storia delle dottrine politiche (e anche fra i più temuti)” e Mimmo, prontamente: “Con lui c’è proprio un bel rapporto, mi ha ringraziato in un libro…”. Non c’è scampo, li conosce tutti. Com’è possibile?

Una serata dei recenti “Incontri con l’autore” estivi. In questo caso Nello Cristianini.

La cultura promuove il territorio. “Potrei andare avanti, ma rischierei di dimenticare qualcuno. Con Massimo Cacciari c’è un rapporto eccezionale, anche se la prima volta stavamo per venire alle mani! Poi Dacia Maraini, Ginevra Bompiani… Di alcuni posso dire che hanno fatto persino da padrino alla cresima di mio figlio o in generale sono diventati quasi di famiglia”. Esito, lo sguardo cade su “Dizionario politico minimo” di quello che – da umile laureato in Storia e suo studente quando per un anno fu docente a Bologna – ogni volta che apre bocca mi emoziono: Luciano Canfora. “Quando lo chiamo, viene sempre, prende il treno da Bari e col suo bastone ci onora della sua presenza incredibile. Tutto questo è realizzabile semplicemente grazie alla qualità. Quando qualcuno viene, io lo porto a cena, lo porto a vedere il posto, gli parlo del nostro territorio. Tanti, in questo modo, hanno scritto di qui. Cito solo Enrico Vanzina sul Messaggero, Severgnini sul Corriere, ma poi ex direttori di TG Rai… O Gaia Caracciolo, direttrice di Ville e giardini. Il nostro lungomare sempre gran protagonista, anche come sfondo di programmi Tv di cultura. Vetrine straordinarie, nate spontaneamente”.

La risposta della città. “A San Benedetto la cultura arriva dal mare, i pescatori stavano sei mesi fuori e poi riportavano il pescato e altro; poi c’erano i coltivatori diretti, in particolare penso al kiwi; c’erano le segherie ed erano tantissime. Loro hanno fatto il lungomare. E, certo, sono passati anni, ma la cultura di base è un po’ rimasta questa: non è Ascoli che ha una storia millenaria. Onestamente, se porti il personaggio televisivo è una cosa, se gli porti qualcuno che ‘sa scrivere’ non è detto che… Occorrerebbe investire di più, noi riusciamo a fare con quello che c’è. Di certo non possiamo pagare cachet agli autori, quindi niente personaggi di grido. Dai privati non abbiamo molto, c’è un’azienda locale che negli ultimi due anni ha dato un contributo consistente, ma per il resto nulla”.

La libreria “Libri ed eventi”. “Questioni di salute ci hanno portato a chiudere la precedente esperienza e a iniziare questa. Sono qui dal febbraio 2020: lo faccio perché mi diverto. Hanno chiuso tante librerie in Italia, da Venezia a Napoli (anche di quelle storiche). Inizialmente il colpo sono stati i centri commerciali. Poi internet. Una valanga. Ma io non mi sono voluto adeguare e posso dire che andiamo molto bene. Il segreto è sempre la scelta dei titoli, fatta con l’esperienza di decenni e un aggiornamento continuo. Titoli di qualità (non il gossip che riempie gli scaffali e pure la politica) e un libraio che sa accompagnarti nella scelta. Ma devo ringraziare, poi, il centinaio di lettori abituali che qui passano sempre a rifornirsi: sono la nostra forza. Uno degli elementi chiave è poi un magazzino a Brescia con 700mila titoli, da cui ci riforniamo noi e altre 3mila librerie. In questo modo abbiamo, senza spese per il cliente, in 48 ore il titolo richiesto, qualora non presente in libreria. Anche perché gli spazi non sono così estesi, anche se siamo tornati in questa via da cui eravamo partiti”.

La prima esperienza coi libri. Facciamo un passo indietro, al Mimmo che inizia a conoscere San Benedetto (e non solo). “La mia famiglia commerciava legname, avevano scelto di stabilirsi, fra le varie possibili destinazioni, proprio qui. Io studiavo ingegneria a Catania, la mia città d’origine. Capitai qui per una ricorrenza – era il 1965 – e chiesi, per non rimanere da solo con i più piccoli, se ci fosse una sorella maggiore da presentarmi: sarebbe diventata mia moglie Elvira. Senza un soldo, rispondemmo a un annuncio della Mondadori sul giornale per diventare agenti rateali (al contempo insegnavo matematica a scuola da precario). Le cose andarono molto bene. E la sede era proprio qui, in via Roma. Ho formato quattro futuri assessori regionali, tre direttori di banca. Vendevano enciclopedie. In un contesto in cui la cultura contava e mancava: quelle serie di libri erano un modo per supplire alla mancanza d’istruzione delle famiglie della zona. Mentre alle scuole vendevamo quelle tematiche”.

Mimmo nella sua attuale libreria tiene in mano la foto della prima.

Bompiani editore. “Un giorno è entrato in negozio Valentino Bompiani, peraltro originario di Ascoli. Abbiamo parlato tanto, lui si è guardato intorno e dopo qualche mese è arrivata una lettera al Comune in cui chiedeva di me: ero invitato a Milano. Era il 1969 e per 6 mesi dirigo l’Agenzia rateale della Lombardia. A fine anno mi chiama a supportare il direttore vendite del gruppo. Nel giugno del 1971 divento direttore vendite e lo resto fino alla cessione del gruppo. Dal punto di vista pratico, voleva dire avere un agente per regione, arrivando a 2/3 per le più importanti. Si andava nelle librerie a proporre i libri in uscita e poi capire, quindi, quante copie stampare. Era un lavoro pesante, che oggi non esiste più: non esiste alcun rapporto umano. Ora i libri te li vai a vedere da te”.

Da Valentino Bompiani alla Electa. “Il rapporto continuò anche in seguito. Eravamo grandi amici. Era un grande uomo. Spesso ero a casa sua, ricordo questa quantità enorme di libri. Ci passavi attraverso. Gran nuotatore, gli avevano consigliato di farsi un bicchierino di whisky a pranzo per un problema alla prostata. Comunque, lui parlò con Giorgio Fantoni della casa editrice Electa e quindi passai lì sempre come direttore vendite. L’Electa era specializzata nei libri sulle mostre di Palazzo Reale. Del catalogo, l’editore teneva come mille copie, che si potevano vendere dopo un anno. Questa esperienza mi ha permesso di entrare in un mondo fatto di scrittori, pittori, scultori; ho seguito festival, eventi, e ho scoperto quanto sia fondamentale creare un ponte tra l’artista e il pubblico. Mi sono immerso in quel modo unico di far vivere l’arte, cercando di imparare come divulgarla. Ma, con Bompiani, ho di nuovo avuto a che fare quando divenne presidente Siae, che si occupava della vendita della Treccani: noi dovevamo provare a formare i suoi dipendenti alle tecniche per vendere: per niente facile!”.

Franco Maria Ricci. “A una cena in un ristorante di Brera, mi venne presentato da un carissimo amico. Mi colpì. Lui si occupava di più che altro di grafica, ma aveva collane bellissime. La ‘Biblioteca di Babele’ è ormai un classico letterario. Diretta da Borges, è la traccia della sua biblioteca ideale, una raccolta dei testi con i gioielli della letteratura fantastica. E Borges lo conobbi, andando in Argentina a parlarci. E poi la ‘Biblioteca blu’, fatta di raffinate e agili letture fantasiose. ‘I segni dell’uomo’ proponeva temi non scontati ed era stampata in carattere bodoni su carta vergata azzurrina di Fabriano e rilegata in tessuto ‘Orient’ nero. Era un genio. Rimasi come direttore vendite dal 1977 al 1980. Mi ricordo quando facemmo a Roma e Parigi una vendita dei segni dell’uomo in boutique d’alta moda, un successo. Insomma, ho fatto cose diverse: editore di punta, editore d’arte ed editore genio.

La libreria “La Bibliofila”. Nel frattempo, nel 1974, apre in viale De Gasperi. “E c’era mia moglie qua. Io al venerdì poi tornavo, dopo essermi fatto il giro degli editori, con la macchina piena di libri da Milano. Avevamo un intero reparto dedicato alla musica e poi facevamo – grazie all’esperienza anche in quel settore – mostre d’arte di pregio e vendevamo con successo in tutta Italia opere di grafica dei maggiori artisti dell’epoca, fra tutti Guttuso e Greco.Alla base della nostra libreria c’è stata l’osservazione. A Milano andavo, anche con mia moglie, nelle librerie. E parlavamo coi librai, con tanti divenni amico. Quei librai, e io con loro, avevano una memoria di ferro: quel libro sapevano che era su quello scaffale in quella posizione in quel numero di copie. Alcuni addirittura il prezzo”.

San Benedetto del Tronto, 2022. Da destra, Roberto Ippolito che conduce la presentazione dei finalisti del Premio Strega, e poi Giulia Caminito, Donatella Di Pietrantonio, Mimmo Minuto, Andrea Bajani, Emanuele Trevi, Stefano Petrocchi e Silvio Venieri.

I giovani e la lettura. “La cosa più bella degli ultimi anni l’ho vissuta durante la pandemia, quando alcuni giovani entravano e, mancando le novità, si sono rivolti ai classici: Calvino, i russi e poi Ungaretti. Anche se il tema della lettura dei giovani è complesso. Innanzitutto, devo dire che abbiamo guadagnato tantissimo con l’editoria scolastica, eravamo anche rappresentanti regionali per Zanichelli e Laterza. Eppure, nelle scuole si fa fatica ad entrare, pur con bellissime eccezioni. L’acquisto di libri, anche scontati, per realizzare progetti insieme a editori e autori è praticamente impossibile. Ma pure far semplicemente entrare gli autori a scuola. Un peccato, davvero, per il ruolo che potrebbero avere nell’invito alla lettura. Non saranno gli ebook o gli audiolibri a farli leggere. Peraltro, queste nuove fruizioni sono già morte. Soprattutto gli audiolibri”.

I progetti per il futuro. “Una legge del 2020 prevede l’assegnazione annuale a una città italiana, da parte del Consiglio dei ministri, del titolo di ‘Capitale italiana del libro’, con un budget di 500mila euro per realizzare progetti, iniziative e attività per la promozione della lettura. Io sarò fra i cinque giurati a scegliere. Nominato per curriculum. Intanto prepariamo il Salone del Libro di Torino dove si dovrebbe riuscire a dare forma a un dialogo e incontro fra gli editori e autori marchigiani. Sulla falsariga del Salone dell’editoria marchigiana dello scorso anno e di cui siamo stati direttori artistici (e che non si ripeterà quest’anno…). Poi, ovviamente, è in dirittura d’arrivo (ma non posso anticipare nulla) la programmazione degli eventi autunno-inverno”.

Non aprite una libreria. “No, se me lo chiedi non ve lo consiglio. Ma dipende, le grandi librerie sono in calo. Devi avere la capacità (e la fortuna) di aggregarti per poter competere e trovare la possibilità di essere tu a scegliere i libri che vuoi senza che nessuno te li imponga (e te ne imponga anche il numero): sennò poi a 60 giorni chi paga? Molti hanno chiuso così. La speranza è allora che le piccole librerie indipendenti, curate e innovative crescano. Ci vuole passione e intuitività nella scelta. E anche il rapporto col cliente. Gli devi offrire il caffè. Creare rapporti e diventare un punto di riferimento”.

Intanto, Mimmo, prendiamo questo libro di Vera Gheno”.
Bravissima lei. Sono 12 euro, comprensivo di caffè!” risponde lui con un sorriso.
Mentre prendo lo scontrino, un tomo su Pasolini cattura la mia attenzione.
Sapete che abbiamo fatto un festival su Pasolini? Ogni anno un festival: quello su Montale, poi il premio per…
Lo interrompo: “No, Mimmo. Qui ci vuole un prossimo articolo!
Appena scrivi questo, fammelo avere” mi dice con serietà, “ma non prima della pubblicazione: da collega giornalista, non lo chiederei mai”.
Sì, Mimmo è stato anche direttore di giornale e poi nelle reti televisive locali.

Ripenso alle parole della cliente affezionata che ci ha salutato dicendo: “La sua vita se la ricorda bene. Lo so, è la sua, è facile. Ma deve dare qualcosa di più. Noi vogliamo leggere qualcosa di più, capito?”. L’avremo soddisfatta?

La libreria passerà ai nipoti. “Vedranno loro…” conclude Mimmo. Se non volessero, noi la prenderemmo molto volentieri: ma potremmo poi esserne all’altezza?

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Previous Story

Ascoli, Alessandro D’Avenia racconta un’Odissea a teatro

Next Story

Un mese dopo Venezia: il meglio tra cinema e TV che non hai ancora visto

Ultime da