Culture

Sergio Rizzo a San Benedetto: “La politica oggi la fanno degli scappati di casa”

Mi hanno invitato in una scuola. Davanti a 150 ragazzi e ragazze chiedo: ‘Chi di voi ha mai letto un quotidiano?’. Alzano la mano in tre. ‘Quanti delle vostre famiglia acquistano un quotidiano?’. Si alzano due mani. Quando l’opinione pubblica non esercita il suo controllo tramite l’informazione, allora siamo su un crinale molto pericoloso”. Sergio Rizzo è un giornalista che non ha bisogno di presentazioni, insieme a Gian Antonio Stella ha scritto il libro “La casta” che ha venduto 1,2 milioni di copie in pochi mesi. Era il 2007, io avevo 15 anni e lo acquistai. E ricordo nitidamente il mio stupore. Gettava luce sugli scandali e gli sprechi della politica italiana, rivelando i privilegi esorbitanti, i favoritismi e l’intreccio di potere e denaro che alimentavano una classe dirigente distante dai cittadini, trasformando il governo in una macchina che divora risorse pubbliche e mina la fiducia nella democrazia.

Non è cambiato nulla. “In questo nuovo libro non c’è in realtà nulla di nuovo. Ma, ogni volta che si uniscono i puntini, l’effetto d’insieme è incredibile”. E, anzi, “l’atteggiamento verso la cosa pubblica è peggiorata persino rispetto al periodo della Casta. Ora la si ritiene una cosa propria, se ne dispone senza alcun senso del limite. Perché? Viene risposto che sono stati eletti, ma cosa vuol dire? Ed eletti da quanti poi... L’astensionismo è ormai un’emergenza nazionale. I cittadini sono disorientati e infatti passano continuamente dal votare un partito all’altro, destra, sinistra, centro, ecc. non importa più. Nei commenti che si leggono si continua a fare l’errore di guardare le percentuali e non i numeri assoluti. Siamo arrivati al punto in cui col 14% dei voti degli elettori totali ti prendi il potere assoluto in un Paese del G7”.

Io so’ io. Come i politici sono tornati a essere intoccabili. “Questo titolo riprende il famoso sonetto del Belli: ‘Io sò io, e vvoi nun zete un cazzo’. Scritto del 1831 in una Roma governata da un sovrano assoluto, il papa, sembra adatto a un oggi in cui vivremmo in un democrazia. L’abitudine a occupare tutto l’occupabile da parte dei partiti non è nuova, Berlinguer nel 1981 parlò di una ‘questione morale’ per indicare il degrado etico di tutta la politica, anche dei suoi compagni del Partito comunista. D’Alema oggi ci ha rivelato che il segretario allora non era molto amato dai suoi. Perché secondo voi?”

Sono degli scappati di casa. “La degenerazione ulteriore c’è stata perché a occupare le poltrone sono spesso degli incompetenti e questo mi fa imbestialire. Fanno solo il proprio interesse e sentire la Meloni che dice che avrebbe potuto dare alla sorella un posto in una partecipata pubblica e non lo ha fatto (perché sta nel partito)… lo dice cose se ci stesse facendo un favore! Facciamo un esempio: un autonoleggiatore di Frosinone e meloniano di ferro è stato catapultato alla guida di Ales – Arte Lavoro e Servizi spa, la società in house del ministero della Cultura, che gestisce musei importanti, tra cui le Scuderie del Quirinale, e aree archeologiche di rilevanza mondiale, come Colosseo e Pompei, fino a parchi, edifici storici e musei sparsi in giro per l’Italia: 88 milioni di euro annui di ricavi e oltre sette milioni di utili annui. E per fare un altro esempio: trasformano un ruolo di amministratore unico in un Consiglio d’amministrazione di cinque persone, di cui quattro trombati alle elezioni. Secondo voi è un caso che nelle società pubbliche non quotate non esistono requisiti di onorabilità?”.

Parentopoli.In Parlamento attualmente ci sono una settantina di parenti, in passato erano meno numerosi. Col taglio dei parlamentari paradossalmente sono rimasti solo i fedelissimi. Si è chiuso ancora di più il fortino. Abbondano i cognati, in particolare: si è passati addirittura ai parenti indiretti. E i posti che avanzano si trovano nelle società pubbliche. Non a caso per la tornata di nomine hanno aspettato le Europee, così potevano piazzare un po’ di trombati. E poi hanno tagliato del 30% i parlamentari, eppure, non è stato risparmiato nemmeno un euro. Ma questo far finta di fare le cose per placare l’indignazione popolare funziona sempre meno”.

Sono solo parole. “Il rituale della nostra politica è il parlare. Pensate alla questione del ponte sullo Stretto di Messina. Io ho seri dubbi, ma guardate: fatelo. Ma fatelo davvero. Non spendete soldi per delle parole come le altre tre volte in passato. Il problema, ve lo dico, non è nemmeno che sono fascisti, sono proprio inadatti. Ma guardate che succede a Stellantis, prima industria italiana: sta sparendo. E il governo non fa nulla. Intanto guardate Sangiuliano in questi giorni. Pensate alla Santanché che ha fatto 462 infrazioni con la sua Maserati, ma si è difesa dicendo che in quanto persona sotto tutela avrebbe dato la sua auto ai carabinieri in comodato d’uso, perché la usassero come veicolo di scorta. Ma in che Paese siamo? Poi abbiamo Delmastro che si sceglie il suo caposcorta. C’è poi la vicenda del colpo di pistola, che sicuramente finirà in prescrizione, perché il gesto non ha padri nonostante fosse pieno di politici e forze dell’ordine. Delmastro comunque non era presente, nonostante il pericolo per cui ha gli è assegnata la scorta: era a buttare da solo l’immondizia”.

E la sinistra?La Rai è sempre stata controllata dai partiti, ma ora non c’è più spazio per i partiti d’opposizione [ne parlava anche Ranucci QUI, colpa della legge di Renzi]. La sinistra dovrebbe fare esame di coscienza. Da quando nel ’94 Berlusconi si prese i presidenti di entrambi i rami del Parlamento, contrariamente alla prassi che ne assegnava uno all’opposizione, si è iniziato a fare che il vincitore potesse prendere tutto. E vedrete ora che vanno a scadenza le varie Autorità indipendenti… L’autonomia differenziata di oggi è gravissima, ma bisogna ricordare che esiste il problema perché il centrosinistra ha fatto la riforma del titolo V della Costituzione, con tutti i poteri dati alle Regioni, che l’ha permessa. E, poi, il centrosinistra ha mai fatto una legge sul conflitto di interessi? Questo governo ne è pieno. Santanché che ha il Turismo ed è imprenditrice del settore, Crosetto che è ministro della Difesa e prima era presidente della Federazione aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza. Calderone guidava i consulenti del lavoro, dove ora c’è il marito, mentre lei è al ministero del Lavoro e così via”.

Il finanziamento ai partiti. “Con l’ultima riforma i soldi non vanno più direttamente ai partiti ma vengono raccolti da una costellazione che gli sta attorno. I partiti di Toti prendevano di finanziamento di un quinto rispetto a quanto riceveva il comitato Toti. La legge dice che ogni anno ogni singolo può fare una donazione a un partito di massimo 100mila euro, ma se la fai al comitato elettorale o alla fondazione.. non ci sono limiti. Ora ci vorrebbero degli Stati generali del finanziamento della politica in tutta Italia. Per discutere e trovare il modo per un vero finanziamento pubblico che eviti i guasti del passato ma anche i casi come quello di Toti”.

I corpi intermedi?Non ci sono più. Alzi la mano chi conosce il nome del presidente di Confindustria o del governatore della Banca d’Italia. E invece Descalzi a capo dell’Eni sta lì da sette governi di tutti i colori politici. Chi la fa la nostra politica energetica? La Bild vende più di tutti i giornali italiani messi assieme. E la responsabilità è degli editori, dei giornalisti e anche dei lettori. Ci siamo messi in testa che tutto è gratuito. Libero vende 16mila copie eppure i suoi giornalisti sostituiscono ogni sera nei programmi tv gli esponenti della destra. Ma vi sembra normale che dei giornalisti abbiamo questa funzione? I grandi giornali sono ectoplasmi, con conti economici pessimi e questo li rende condizionati da chi compra la pubblicità sui giornali stessi”.

Intanto, mentre molti scalpitano per farsi autografare il libro, l’organizzatore della serata a San Benedetto del Tronto con I luoghi della scrittura e Libri ed eventi, il grandissimo Mimmo Minuto chiama un applauso: “A voi che da 43 anni rendete tutto questo possibile!”.

Giorgio Tabani

Racconto storie.

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