Essere uomini oggi, l’esperienza di un ragazzo

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Il patriarcato esiste ed è un sistema parassita che avvelena la società da troppo tempo. È impossibile negare che esso sia costantemente presente nelle nostre vite e chi lo fa è semplicemente un uomo desideroso di tenere i propri privilegi. Tutta la nostra società è basata sul patriarcato e innumerevoli sono gli esempi. Mi sono sempre chiesto sulla base di che cosa gli uomini avessero affermato il loro potere e su cosa si regge il loro diritto di opprimere e svilire i generi non conformi. La risposta più banale e sensata che mi è venuta in mente è stata la semplice differenza biologica dei sessi. Ma sulla base di cosa, si può affermare la propria autorità se si nasce con un pene e non con una vagina? Più forza fisica o meno forza fisica?

Io sono un uomo e sono consapevole di questo sistema violento. Non posso paragonare la mia esperienza a quella delle donne ma, di certo, tutto ciò che ho vissuto e toccato con mano mi ha permesso di conoscerne gli effetti. Sono sempre stato considerato diverso, ma secondo me sono stato, e sono, l’eccezione che conferma la regola. Mi rendo conto di non essere come gli altri uomini, ma a volte ringrazio davvero per non esserlo. Ho imparato sin da piccolo a rispettare l’altro sesso. Ho vissuto in una famiglia di quasi solo femmine, per questo per tutta la mia infanzia ho giocato con loro, con le loro bambole e bambolotti, con le loro cucine giocattolo e i passeggini. Mi piaceva e non ci trovavo nulla di strano. Ma quando sono andato all’asilo e ho iniziato a relazionarmi con gli altri bambini sono iniziati i problemi.
Preferivo passare il tempo con le femmine e i maschi mi prendevano in giro perché non giocavo con loro ai loro giochi di guerra, piuttosto preferivo giocare con un bambolotto o stare seduto a colorare un disegno. A ripensarci oggi mi viene la pelle d’oca a vedere come la mentalità patriarcale viene inculcata già a dei bambini così piccoli. “Quello è per le femmine non ci puoi giocare” – “quella cosa è per femmine non lo puoi fare” – “i maschietti giocano con le macchinine non con le Barbie” mi dicevano. Io rimanevo incredulo e non capivo perché non potessi giocare con ciò che volevo ma dovevo solo giocare con trattori, spade e macchinine. 
Sono sempre stato preso di mira e chiamato “femminuccia” dagli altri bambini maschi e non mi lasciavano mai giocare con loro quando volevo. Tutto ciò è peggiorato quando ho iniziato a fare danza. I miei genitori non volevano che facessi questo sport, per questo mi portavano a provare qualsiasi attività che potesse piacermi per farmi cambiare idea. Alla fine l’ho avuta vinta io. La paura di mia madre era il giudizio degli altri, poiché in un piccolo paese come il mio, eccezioni come me sono considerate più uniche che rare e di certo viste in malo modo solo perché la danza è una cosa da femmine e non da maschi. Ovviamente le conseguenze non sono tardate ad arrivare e inutile dire che venivo sempre più deriso perché facevo uno sport da femmine.
Nonostante ciò, io non me ne curavo di ciò che dicevano gli altri, perché stavo facendo quello che volevo e che poi avrei scoperto come mia passione. Ma ancora una volta, dentro la mia testa, mi domandavo: “Perchè la danza deve essere solo per le femmine? Perché io non posso?”. Il patriarcato nasce proprio dalla distinzione che si fa tra cose per maschi e per femmine. Per i maschi il colore blu e per le femmine il colore rosa, per i maschi il calcio e la formula uno mentre per le femmine la danza. Genitori che promuovono gli stereotipi di genere contribuiscono alla perpetuazione di questo sistema. La mia fortuna è stata crescere in un ambiente più equo, circondato principalmente da figure femminili, il che mi ha reso più consapevole e rispettoso nei confronti delle donne.
Bisogna capire che non bisogna differenziare e che tutti possono fare tutto al di là del proprio genere e sesso. Il patriarcato impone un modello di mascolinità tossica che plasma e piega gli uomini a suo piacimento e impone dei limiti su cosa si può fare e cosa no per continuare ad essere chiamato “uomo”. Mi hanno chiamato “fr*cio”, “fi***chio”, “ri**hione” ,e chi più ne ha più ne metta, solo perchè non ero come loro e non rientravo nei loro canoni di mascolinità. Tutto parte dall’educazione che i genitori danno ai loro figli, perché i bambini sono come spugne che assorbono tutto ciò che li circonda. Per questo se crescono in un ambiente maschilista con il padre dominante, che ti dice “Tu sei un maschio non devi piangere” “Perché giochi con le bambole mica sarai fr*cio?”, nella mente del bambino si inizia ad insinuare la mentalità patriarcale che lo porterà a comportarsi come il sistema vuole.
A mio parere quindi inizia tutto dall’educazione che viene imposta ai bambini e dall’ambiente familiare in cui vivono. Per questo io sono diverso, perché sono stato educato in modo diverso e credo di poter affermare con fierezza che sia il modo giusto. Ho imparato a rispettare le donne e ad amarle. Sono sempre stato dalla loro parte e sempre lo sarò. Sono stato sempre accanto a donne e insieme a loro vedevo come il sistema maschile si accaniva su di loro. Prima vedendo come mio padre si accaniva su mia madre cercando di controllarla e comandarla a bacchetta in ogni cosa, e poi con le mie amiche.
Troppe volte mi è capitato di dover rispondere al telefono e tener compagnia a delle mie amiche perché stavano tornando a casa da sole e avevano paura. Troppe volte mi è successo di dovermi fingere il loro ragazzo in discoteca per proteggerle dal viscido di turno. Troppe volte ho assistito a fidanzati violenti che le maltrattavano e le picchiavano, che le volevano tenere come cani a guinzaglio e oggetti da possedere.
Troppe volte sono stato a guardare gli effetti deleteri che il patriarcato aveva su di loro cercando di proteggere e aiutarle a cambiare le cose. Non capisco e mai capirò perché gli uomini si sentano superiori e in diritto di sottomettere le donne, a considerarle oggetti e i loro burattini da comandare. Questo sistema ha stancato e c’è davvero bisogno di un cambiamento.
Le costanti notizie di aggressioni a donne e femminicidi mi fanno venire i brividi e mi fanno capire quanto sia marcia la nostra società che invece di evolvere sembra regredire. La lotta contro il patriarcato deve iniziare con l’educazione e la consapevolezza, educando i bambini in modo giusto, sfidando gli stereotipi di genere fin dalla prima infanzia, perché loro saranno il nostro futuro, la nostra futura società si baserà sui valori che gli verranno insegnati da piccoli. Bisogna correggere sin da subito comportamenti maschilisti e sessisti per far sì che essi non finiscano per infettare il loro cervello e creare l’ennesimo uomo maschilista.
Possiamo dire che il patriarcato si passa di padre in figlio e che l’ambiente familiare in cui il bambino vive conta tutto per questo dobbiamo partire dai nuclei familiari per avere un’azione mirata a debellare il parassita del patriarcato. Spero che un giorno riusciremo a costruire un mondo in cui uomini e donne abbiano pari opportunità e dignità. 

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