Frida Art Academy, la nuova laurea triennale in applicazioni digitali delle arti visive e tanto altro sull’arte contemporanea ad Ascoli Piceno

Nella provincia italiana l'arte contemporanea può conoscere una nuova vita. Il Premio Internazionale Sparti, i corsi liberi, il Frida Museum, Casa Frida e ora... una nuovissima laurea triennale. Ma non è un punto di arrivo! Tutti i dettagli.

6 minuti di lettura

Questo è il mio sogno finale. Un grandissimo centro di arte contemporanea applicata che va dalla didattica alla produzione fino all’esposizione. Tutto prenderò forma dentro un grande contenitore, che sia l’area ex SGL Carbon, come mi piacerebbe, o altrove. I semi sono stati piantanti e stanno già iniziando a germogliare rigogliosi”. A parlare è Zeno Rossi, fondatore e direttore della Frida Art Academy (di cui ci occupiamo fin dalla sua creazione, ad esempio QUI e poi QUI) e l’occasione è il lancio della nuovissima laurea triennale in Applicazioni digitali per le Arti Visive.

Qualche tempo fa (QUI) parlammo della Frida Art Academy come del posto che mancava ad Ascoli Piceno. Il suo animatore, per descriverla, usa l’immagine dell’arcipelago o dell’ecosistema: “Oggi siamo qui a parlare, da Casa Frida, che ho voluto come una sorta di caffè degli artisti in cui si fanno reading, si presentano libri, si fanno concerti e performance artistiche. Ti dico le ultime: abbiamo letto Hemingway alla presenza di Matteo Nucci, autore per Harper & Collins di una sua ricca e struggente biografia, prima era venuta Giulia Siviero a parlare delle pratiche di femminismo militante in ambito nazionale e internazionale e Giorgio Martone che ha raccontato Leopardi con una graphic novel. E tanto tanto altro. Ma Casa Frida non è che un prolungamento dell’Accademia, un modo per far circolare energie e idee. Un’Accademia che sta diventando un polo interessante, con tanti artisti, tanti giovani, tante operazioni”.

Un arcipelago in continua evoluzione. “Ci sono i corsi liberi, che in questi anni sono andati dal fumetto manga alla fotografia, dalle tecniche pittoriche e il nudo alla storia dell’arte, dalla performance art alla scultura (ne abbiamo parlato gli anni passati, ad esempio QUI). E ci sono artisti che vengono lì a produrre arte. Il mio obiettivo non è semplicemente l’apprendimento della tecnica, ma la costruzione di una propria poetica da parte degli allievi. Poi c’è il Frida Museum, che abbiamo aperto quest’anno in via delle Canterine. Didattica, laboratori, produzione, esposizione e, infine, il Premio Sparti (ne abbiamo parlato in passato QUI e QUI). È diventato in poco tempo un grande premio internazionale d’arte contemporanea. Ventotto testate hanno scritto di noi e quest’anno ‘Tra corpi animali e corpi celesti’ è stato raccontato anche in un catalogo per Lìbrati che si può trovare in libreria“.

Il Premio Sparti. “L’incontro fra un mecenate-imprenditore, le istituzioni locali che concedono gli spazi, una curatrice centrale d’eccezione come Giuliana Benassi e poi i curatori junior e… il mio coordinamento hanno permesso di portare l’arte contemporanea laddove non ce l’aspetteremmo: la provincia italiana. Trovandola curiosa, anche di fronte a opere molto forti o disturbanti. Abbiamo molti difetti, molti problemi ma… si sente un bisogno di aria, di energia nuova.
Quattro sono i contenitori dell’iniziativa: una mostra dedicata ai talenti under 30 (con uno scouting in tutta Italia e non solo), il contest del Premio, una mostra di guest star, una personale dell’artista che ha vinto la precedente edizione e un’altra personale di un artista locale.  In quest’ultimo caso, Terenzio Eusebi, mentre nel 2025 avremo un giovane ascolano che sta andando forte a Riad, Ivo Cotani.
Il vincitore 2024 è stato Dario Capello con ‘The light of God’: un braccio robotico con un puntatore laser completamente progettato da lui e realizzato con una stampante 3D. Il puntatore aveva dei rilevatori di presenza e, quindi, interagiva con le persone che andavano a vederlo cercando di accecarle, di dar loro fastidio.
Fra le guest, invece, abbiamo avuto Martin Creed, che ha esposto in tutto il mondo e ha vinto il Turner Prize nel 2001; Calixto Ramírez, un grande artista messicano, poi Aneta Grzeszykowska l’artista presente al padiglione Polonia della Biennale di Venezia; Elena Bellantoni, tra le più grandi performer attualmente attive; e ancora Tatiana Brodatch, Giuseppe Pietroniro, Gabriele Silli.
Gli spazi sono stati quelli di Palazzo dei Capitani, quelli della Frida Art Academy, quelli del Frida Museum e quelli della Galleria d’arte contemporanea Licini. Ma dall’anno prossimo voglio portare l’arte ancora di più in mezzo alla gente, al 70 per cento sarò in esterno”.

IL FUTURO IN PROSPETTIVA: IL CENTRO ALPACA, OVVERO ALLESTIMENTI PERMANENTI PER L’ARTE CONTEMPORANEA ASCOLI

All’interno dei tavoli di lavoro del Forum di progettazione partecipata sull’area ex SGL Carbon, frutto dell’accordo tra Legambiente e Comune di Ascoli Piceno, fra le varie proposte ho lanciato la mia. Al progetto, a cui lavoro ormai da un po’, ho dato il nome (ancora provvisorio) di Centro Alpaca. Un animale volitivo, di grande forza e resistenza e al contempo acronimo di ALlestimenti Permanenti per l’Arte Contemporanea Ascoli: un gioco di parole. Nella mia visione prevede tre contenitori, uno didattico, uno di produzione legata all’arte contemporanea e uno espositivo.

  • Il primo è un Art College, di cui il varo di questa triennale di alta formazione artistica [vedi sotto, ndr] è una sorta di primo step. Come nei college americani per lo sport, noi lo facciamo per l’arte contemporanea. Si tratta di tre anni completamente immersivi per gli allievi, che lavoreranno con artisti, docenti, tutor, artigiani di produzione dell’arte contemporanea. A ogni iscritto viene affidato uno spazio, un box, che sarà il suo studio per i successivi tre anni. Contemporaneamente viene fornito un abbonamento full e completamente open a uno specifico software di intelligenza artificiale: siamo all’interno della visione del Polo Tecnologico, in cui noi ci occupiamo di tutti gli sviluppi e dell’implementazione dell’arte tramite le sue applicazioni digitali. Ogni fine anno invitiamo il sistema dell’arte contemporanea italiana a visitare questi box dove i ragazzi lavorano, al contempo studio ma anche galleria. Ci iniziamo, quindi, da subito a occupare del posizionamento dei ragazzi a fine corso: contatti con i curatori, con i galleristi, con attività museali. Gli insegnamenti tecnici si accompagnano con quelli capaci di costruire il proprio stile personale, come sempre in Frida.
    L’IXEA, l’acronimo di International Center of Environment and Social Art  sarà una nostra specificità. L’arte ambientale consiste in varie operazioni di arte sul territorio finalizzate a recupero e sensibilizzazione: si lavora sull’inconscio delle persone e si modificano le cose. Un esempio, che può sembrare banale, sullo spreco dell’acqua legato a una performance artistica. L’artista ha preso un bagno pubblico e ha monitorato i consumi d’acqua. E poi ha cambiato lo specchio: da piccolo che permetteva di vedere solo la faccia a grande che arrivava fino alla base del lavandino. Quando si lasciava l’acqua aperta, ci si specchiava vedendo l’acqua scorrere: automaticamente si chiudeva il rubinetto. Solo con questo specchio si è abbattuto del 30% lo spreco di acqua. O penso a Spiral Jetty, sul Great Salt Lake: un molo a spirale in un lago inquinato pesantemente e con difficili condizioni ambientali tutt’intorno diventa un luogo visitato e gli abitanti si prendono finalmente cura del paesaggio (ci iniziano a mettere anche il baretto!).
  • E poi l’Art Hangar Hub, lo spazio dedicato alla produzione di opere d’arte. Gli artisti, non solo in Italia, hanno difficoltà a produrre opere d’arte contemporanea. Spesso sono grandi allestimenti, c’è bisogno di altezze, di carroponte, di carpenteria metallica, di falegnameria… L’idea è avere un centro – forse unico in Italia – per questa produzione. Per intenderci, arriva un artista e dice che ha il tal progetto: gli serve un carroponte, otto saldatrici, 10.000 m³ di travertino. Noi gli affittiamo lo spazio, forniamo i materiali, le maestranze: lui viene qua e produce.
  • Lo spazio espositivo è quello di un museo di arte contemporanea reale: con grandi spazi, con una fruibilità di un certo tipo, con un bookshop all’ingresso, con una produzione di materiali propri (che servono per alimentare anche economicamente il tutto)”.

Questo è l’intero ecosistema, sperando possa ricevere il consenso adeguato a realizzarlo nell’ex SGL Carbon (altrimenti, si troverà il modo altrove), intanto il punto di partenza è…

IL PRESENTE: LAUREA TRIENNALE A.D.A.V.: APPLICAZIONI DIGITALI DELLE ARTI VISIVE

“’Zeno, mio figlio ha talento e frequenta il liceo artistico. Dopo il diploma, dove lo mando? Mantenerlo fuori non posso proprio’”. Per le tante richieste simili a questa mi sono attivato (e ci vuole un lungo lavoro dietro e non mi fermo certo a questo risultato) e siamo arrivati a questa prima Triennale in Alta Formazione artistica di Ascoli. Certo, è un’università privata di qualità, ma costerà comunque meno della metà del mandare qualcuno a studiare fuori, tra affitti, tasse, trasporti e spese varie. Ventiquattro esami per un corso accademico innovativo che offre una preparazione completa nelle arti digitali, includendo lo studio e l’applicazione pratica di tecnologie avanzate per la creazione artistica. Gli studenti acquisiranno competenze specifiche nella progettazione e sviluppo di opere d’arte digitali, nell’utilizzo di strumenti di realtà virtuale e aumentata, di intelligenza artificiale e nella gestione di progetti artistici digitali. Ma l’idea è che io ti prepari dentro, non solo tecnicamente, e allora spazio anche alla teoria e poetica degli audiovisivi, all’estetica, alla psicologia dell’arte, alla storia dell’arte e della critica d’arte. Insegneranno dei bei nomi, che porteremo in città! Massimo venti studenti per questo inizio, lezioni concentrate la sera e nei fine settimana per favorire chi lavora. Una parte di didattica online.

LE ISCRIZIONI SONO APERTE!”.

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