Matteo Saudino “Barbasophia” incanta il pubblico di Castignano: “La filosofia è divisiva”

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Prima filosofare. Storia, attualità, domande della filosofia”. Accanto al letto, da quando li ho avuti per la prima volta in mano, ci sono i recentissimi tre volumi editi da Laterza e scritti da Matteo Saudino, Daniele Gorgone, Lucilla G. Moliterno e Stefano Tancredi. Dopo averli attesi con curiosità, sono stati i manuali di riferimento per il mio ripasso di filosofia per l’orale del secondo concorso docenti nella classe di Filosofia e storia a cui ho partecipato, lo scorso fine giugno. La prima volta, invece, i video YouTube del canale Barbasophia (creato da Matteo Saudino) accompagnavano i miei viaggi in treno da Ascoli Piceno a Fermo, mentre tentavo il ripasso per lo scritto del concorso docenti del 2022. Un po’, del fatto di averli passati entrambe le volte, lo devo a lui.

Sono 858 le pagine del terzo volume. “Da Schopenhauer alle filosofie femministe”. Ed è bellissimo, già dal sottotitolo. L’ho scelto per portarlo fino a Castignano, protetto dalla splendida sacca di tela di Jacobin, per farlo autografare dall’autore in una caldissima serata estiva nel suggestivo anfiteatro naturale di piazza Scaramucci. “A Giorgio, ‘collega di meraviglie filosofiche’. Con simpatia, Barbasophia 2024”. Perché era qui? L’anteprima di Templaria festival, che quest’anno avrà come tema “Guelfi e ghibellini”.

Un collega sì, ma precario. Troppo precario. “NOOO, straodinario. Un colpo al cuore”. Questa la reazione di Saudino quando gli porgo il suo manuale. “Poi hai scelto il terzo volume di cui, modestamente, sono fiero perché è senza dubbio fra i migliori in circolazione”. E poi: “Dove insegni?” “Ah, al linguistico. Anch’io a Torino”. E, così, gli presento una mia ex studentessa, che ora ha scelto Filosofia all’università: “Questo sì che è veramente bellissimo”. Sarebbe stato bello anche aver avuto il tempo di continuare a parlare di insegnamento della filosofia a scuola, del ruolo dell’insegnante… Ma soprattutto di come vedeva lui il fatto che, dopo sei anni di lavoro (più master, certificati, concorsi, abilitazioni, corsi) ci si debba ancora preoccupare di non lavorare a settembre (e poi dove, come, addirittura che materia…).

Una passione civica e civile. Infatti, Saudino è molto attento a tematiche politiche. “Sul mio canale Youtube commento anche l’attualità e, almeno qualche battuta, non manca mai all’inizio di ogni mia lezione in classe. L’apatia cattiva, non quella dell’assenza di tormento interiore della filosofia ellenistica, va combattuta: con la riflessione, facendo incontrare i giovani con cose di cui non sanno molto. A inizio anno scolastico propongo a tutti di uscire dalla bolla che l’algoritmo dei social costruiscono intorno a noi, iniziando a seguire le pagine Instagram, Facebook, TikTok, YouTube, ecc. di alcuni media informativi, di qualche importante Ong, di qualche ente culturale… e poi ovviamente di divulgatori come me (ognuno col suo stile)”.

Lo sbarco su YouTube. “In filosofia, sono stato uno dei primi e tanti di quelli che oggi lo fanno hanno avuto il là per sviluppare la loro proposta a partire da quanto facevo io”. Io stesso, da docente, ho conosciuto il canale Youtube Barbasophia attraverso i miei studenti, conquistati da video che riuscivano in modo sintetico e accattivante a spiegare i vari autori: mi invitavano (e invitano ancora oggi) a fare “come Saudino, prof. La barba non le manca, li faccia di storia che sarebbero seguitissimi i suoi. La aiutiamo noi”.
Il suo è un modo diverso di trattare la disciplina filosofica: “Io sono un amante della lettura della realtà attraverso la filosofia. Di TUTTA la realtà. Quindi non sono di quelli che pensano che non ci si possa scherzare sopra. Io cerco da sempre, da quando ero uno studente, di portarla ovunque e di giocarci. Anche sulle cose più popolari, come il calcio o la pallavolo, che era il mio sport. Giusto l’altro giorno ho portato a Morrovalle uno dei miei spettacoli: ‘Non dire gatto – Una fenomenologia del calcio’. Cosa c’entrano Platone e Thomas More con Zeman? E Allegri e Mourinho con Aristotele? Per non parlare di Spinoza con Guardiola, Conte con Nietzsche e Sacchi con Marx? E soprattutto come si intrecciano il calcio e la filosofia?’”.

Un pioniere della divulgazione filosofica. “Banalmente tutto è iniziato quando mi venne in mente di condividere un file con una spiegazione su Pitagora e il rappresentante di classe mi suggerì il metodo più semplice e veloce: caricarlo online. Ed era vero. Eravamo nel 2015, è passata un’era geologica. La scuola prima del Covid era una scuola analogica: sì, iniziavano ad esserci le lavagne elettroniche, ma nemmeno connesse a internet.. Che io faccia parte della prima generazione di divulgatori si vede dal fatto che i miei video sono lunghi, non riesco a farli di pochi secondi o di un minuto. E nemmeno ci credo alla possibilità di trattare la storia e la filosofia in tempi così ridotti”.

Democrazia e divulgazione.Il loro legame è forte. Infatti, leggendo Habermas sull’uso pubblico della storia, ho riflettuto sul modo di far crescere la cittadinanza portando le discipline fuori dall’accademia, in modo corretto e profondo ma senza snobismi. La democrazia, in generale, prevede che si costruiscano i cittadini e lo dico in modo forse troppo giacobino, ma è così.
Oggi chi scrive ‘Gaza’ su un social viene censurato, mentre sul mio stesso feed compaiono cose come ‘l’uomo che in pochi secondo beve 4 litri di limonata’. Viviamo tempi complessi; eppure, siamo disabituati alla complessità e alla discussione. In Italia la svolta è rappresentata dalla tv commerciale di Berlusconi, che rompe il monopolio Rai e gioca con il nostro essere non solo razionalità ma corpo. In sé nulla di sbagliato, se non che il corpo diviene spogliarello. Non è certo l’erotismo in tv, ma un offrire cibo per la pancia degli italiani. Si rompe con quell’Italia triste e buia del cattocomunismo e del suo imperativo categorico e le si propone ‘Il pranzo è servito’, quiz leggero che entra ogni giorno nelle case di tutte le casalinghe. Una rivoluzione fatta di quantità, tanti corpi soprattutto femminili, tante parole, pubblico e privato, tutto esposto”.

Broccoli o patatine fritte? Cittadini o consumatori? “Ci hanno trasformato in consumatori, ora dobbiamo tornare cittadini. Ed è uno sforzo, elevarsi costa fatica. Come ci ha spiegato Schopenhauer, rispondiamo a stimoli bassi… Se accontentiamo sempre i più piccoli, avremo prodotto dei perfetti consumatori di patatine fritte. Che sono buone, piacciono a tutti e da subito (e vanno benissimo, ogni tanto). Se, però, non li abbiamo abituati a mangiare i broccoli… difficilmente li mangeranno in seguito. E sarà peggio per loro e per tutti. Tutto è omologato, costruito, mercificato. Io, che sono appassionato di sport, lo vedo anche in questo frangente. D’altronde non sono le manifestazioni popolari l’essenza dei popoli? Torniamo allora a Epicuro, dosiamo. ‘Il posto delle fragole’ di Bergman è tale perché non è sempre lì pronto a essere consumato. A me i mercanti del tempio hanno rotto!”.

E veniamo al cuore della serata, col monologo di un’oretta di Saudino, in una cavalcata filosofica di cui sintetizzo alcune tappe.

La filosofia delle origini. “La storia del pensiero (che è la filosofia) è fortemente dualista. Pensiamo ai primi filosofi, come Eraclito e Parmenide. Il primo filosofo del divenire: tutto muta incessantemente. Il secondo dell’essere: inteso come immobile e immutabile. Un essere che è al di là della realtà fisica, che è metafisico: comprendere una simile verità è per i pochi che sanno coglierla con gli occhi della ragione. Eraclito dice che Polemòs (cioè la guerra) è padre di tutte le cose: prima dell’armonia c’è lo scontro [leggi anche QUI]. Questo perché la filosofia è divisiva”.

Unità o divisione?L’Uno di Platone, Plotino o del pensiero cristiano non fa crescere: l’unità è indistinzione. La divisione, lo sanno anche i cristiani, è la caratteristica del creato. E il fatto che Platone voglia il ritorno all’unità, vuol dire che questa non c’è. La tensione alla perfezione è tale perché ne siamo divisi. E potremmo farne tanti esempi. Aristotele, invece, lo rinnega. Non esiste un mondo delle idee ma c’è solo quello della natura, fatto di concretezza. Di fronte alla Repubblica platonica, utopia della costituzione perfetta, Aristotele propone una costituzione realizzabile. La politica è anche eros, oltre a essere razionalità, per Platone mentre per Epicuro l’eros scombussola tutto, ci rapisce”.

 Il cristianesimo. “Pelagio e Agostino sono divisi sull’esistenza del peccato originale nell’essere umano. La religiosità del primo medioevo, interiore come sostegno alle fragilità esistenziali (come ci mostrano le Confessioni di Agostino), lascia spazio nel Cinquecento all’imposizione da fuori alla Ignazio di Loyola. Ma contemporaneamente c’è Giansenio che continua a vederla come ascolto interiore, se si è in grado di praticarlo”.

Destra e sinistra. “Hobbes vede l’essere umano come un lupo famelico rispetto agli altri esseri umani, Rousseau invece come un buon selvaggio mite e ingenuo, Locke sottolinea che siamo portati per natura a collaborare. Da qui possiamo far discendere la distinzione fra: una sinistra che ha fiducia verso l’umanità, per cui attraverso le leggi e l’educazione è davvero possibile costruire un mondo migliore; la destra che invece crede solo in un potere forte che evita che gli individui si sbranino fra loro. Libertà (e che tipo di libertà) versus ordine.”.

Mente e corpo. “Per un cartesiano, mente e corpo sono due sostanze diverse. Dio è trascendente e si configura come colui che dà il via alla storia dell’universo e poi non interviene più: una divinità geometrico-matematica. Spinoza invece ritiene che mente e corpo siano uniti, anzi che esista un’unica sostanza che è Dio. E noi ne siamo parte: il panteismo. E una visione di questo tipo genera conseguenze profonde nella nostra vita: un panteista può mangiare carne? Potrebbe mai iniziare una guerra di religione? Non a caso uno Spinoza o un Bruno quanto vennero perseguitati…”

Pace e guerra. “Kant immagina una confederazione di stati liberi che cooperano per mantenere la pace, basata sul diritto internazionale e sulla reciproca collaborazione. Per Hegel, la guerra è un elemento inevitabile della storia umana e svolge un ruolo importante nello sviluppo degli Stati: la sua assenza conduce alla stagnazione e alla morte spirituale. Fichte sostiene che il diritto alla guerra è uno strumento per risvegliare e mobilitare i popoli, soprattutto quando sono oppressi o minacciati: la guerra può servire a rigenerare lo spirito nazionale. E arriviamo ad oggi a Putin e all’inverventismo statunitense. Insomma, voi da che parte state? La filosofia vive dello scontro fra idee, fra visioni del mondo. Per Marx non puoi emanciparti accettando il predominio della classe dominante: le idee dominanti sono le idee della classe dominante”.

La scienza. “Il positivismo esalta la scienza come metodo di conoscenza privilegiato. Lo spiritualismo non nega l’utilità della scienza, ma afferma che il senso della vita sia altrove. Il tempo della vita, distinto da quello della scienza fatto di istanti sminuzzati e tutti uguali, lo interpretiamo come un fluire continuo a cui diamo un senso e un valore diverso. E anche oggi dobbiamo riflettere sulla scienza, che è un metodo oggettivo ma i cui risultati cambiano nel tempo. Perché la scienza è dinamica, non ci siamo ancora abituati all’idea che sia divisiva: ci sono Galileo e Newton prima e poi ci sono stati Einstein e Heisenberg”.

Il dialogo e la complessità. “Facciamo discutere i ragazzi? Ci vorrebbe a scuola l’ora di guelfi e ghibellini. Sui social ci insultiamo, dobbiamo reimparare a discutere e confrontare la tesi A e la tesi B. Se in classe mi capitano ragazzi omofobi, maschilisti ecc. non si tratta di stigmatizzarli, ma di instaurare un dialogo: prima riconosci l’altro e poi provi a cambiarne le idee, argomentando. La realtà è complessa. Da questa constatazione, poi, ognuno di noi opera una scelta. A casa mia si sta dalla parte dei poveri, sempre. Il potere non prevede il dialogo e il dialogo umanizza il potere. Una volta mi hanno invitato da Porro a Mediaset, insieme a Jacopo Fo. Dall’altra parte Giuseppe Cruciani, ecc. Ecco, prima e ultima volta. Era un teatrino in cui si gridava e basta. Non sono queste le discussioni fertili e feconde. Dobbiamo educare alla complessità, evitate la chiacchiera da bar. Penso a questioni enormi come quelle ecologiche. Penso all’intelligenza artificiale [noi di Ithaca ne abbiamo parlato QUI], di cui parlo a mio modo nel libro su Star Wars. Un altro settore in cui, alla fine, i proprietari dell’AI costruiranno un potere fortissimo, più degli Stati, se non metteremo delle regole. Giusto, sbagliato. Fuggiamo dalle dicotomie semplicistiche: attraversare la terra di mezzo della complessità costa fatica e noi spesso vogliamo evitarla”.

Una serata ricca di spunti. E non vi ho parlato del discorso su Confucio, per capire la Cina di oggi… e di tanto altro. Per chi c’è stato, non se n’è andato come era arrivato: un nutrimento per la mente. Avremmo potuto continuare ad ascoltarlo a lungo. Tante le domande che sono scaturite e che i miei ex studenti, venuti ad ascoltare, mi hanno posto subito dopo. Ironia della sorte, ero davvero triste qualche tempo prima per non essere arrivato a organizzare la mia partecipazione prima edizione dell’Università ecosocialista d’estate, organizzata da Sinistra Anticapitalista e dalla Biblioteca Livio Maitan a Marina di Massa dal 5 all’8 settembre prossimi. “Una delle assemblee di discussione centrali sarà: ‘Una filosofia che prepara la rivoluzione’ con Matteo Saudino (Barbasophia)”. Chi può, però, vada. Pensare un mondo migliore e darsi gli strumenti per costruirlo: la cultura, divulgata, ne è una parte fondamentale.

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