Grottammare al voto, uno studio politico-elettorale

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Ospitiamo con piacere l’intervento di Gianluca Traini.


Con le elezioni di quest’anno saranno trent’anni che nella città di Grottammare si svolgono elezioni comunali con prevista l’elezione diretta del sindaco, come regolamentato dalla legge nazionale entrata in vigore appunto nel 1993.

Può essere di qualche interesse, quindi, proporre (o meglio aggiornare) uno schema che, utilizzando i dati ricavabili dall’archivio storico delle elezioni del ministero dell’Interno consultabile on line, esponga in maniera sintetica, chiara e puntuale quello che si potrebbe definire come lo storico elettorale delle elezioni dirette del sindaco nella Perla dell’Adriatico.

In questo schema presente nel file PDF di seguito allegato sono chiaramente distinti due periodi diversi: il primo che va dalle elezioni del 1993 a quelle del 2008 in cui essendo Grottammare per la normativa elettorale comune inferiore ai 15.000 abitanti non vi era previsto un eventuale secondo turno di ballottaggio, non era possibile il voto disgiunto e ogni candidato sindaco si poteva candidare collegato a una sola lista; e un secondo periodo, invece, che riguarda le elezioni del 2013 e del 2018, in cui essendo Grottammare per la normativa elettorale diventato comune superiore ai 15.000 abitanti, vi è stata applicata una differente legge elettorale, in cui vi era e vi è ancora possibile un secondo turno di ballottaggio (finora però mai avvenuto date le vittorie al primo turno ottenute da Enrico Piergallini), la possibilità che il candidato sindaco possa essere collegato a una o più liste, la previsione che l’elettore possa anche esercitare il voto disgiunto, e, infine, che l’elettore (ma questo è valido anche nei comuni superiori ai 5.000 abitanti) possa esprimere due preferenze per i consiglieri comunali, chiaramente indicando due candidati appartenenti a generi diversi.

Dalla lettura di questo schema emergono chiaramente diverse considerazioni, di cui qui ne evidenzio solo alcune: la persona che si è più volte candidata alla guida di Grottammare finora è stata Massimo Rossi, che ha partecipato a tre elezioni, perdendo la prima e vincendo le due successive; sempre di Massimo Rossi è poi il più alto consenso finora ottenuto in termini di voti da un candidato sindaco, 5.494 nelle elezioni del 1998, mentre in termini percentuali il risultato migliore è stato ottenuto, pur con meno voti, da Enrico Piergallini nel 2018 con il 62,89% dei voti validi complessivi; dopo il picco toccato con Massimo Rossi nel 1998, il candidato sindaco sostenuto dalla lista civica di Solidarietà e Partecipazione, che esprime ininterrottamente a Grottammare il sindaco dal 1994, ha subito con le candidature di Luigi Merli un progressivo calo di votanti, arginato dapprima nel 2013 con la prima vittoria di Enrico Piergallini, e successivamente quasi del tutto recuperato con la seconda vittoria di Enrico Piergallini nel 2018; dopo la grande partecipazione al voto comunale del 2008, seconda di poco a quella del 1993 e sicuramente favorita dalla concomitanza lo stesso giorno con le elezioni politiche, c’è stata nelle elezioni del 2013 e del 2018 una progressiva diminuzione percentuale dei votanti, in linea d’altronde con una tendenza nazionale di disaffezione al voto; infine, quanto finora appare compatto il consenso al candidato espresso dalla lista civica Solidarietà e Partecipazione, che dal 1994 non è mai sceso sotto i 4.500 voti, tanto, al contrario, appare fino ad adesso frammentato il consenso dei candidati espressi dalle opposizioni nel corso degli anni, che, ad eccezione del 2003 in cui c’è stato un confronto tra i soli Luigi Merli e Vittorio Santori, si è sempre suddiviso tra due, tre o addirittura quattro candidati, come accaduto nelle elezioni del 2013.

Soprattutto questo ultimo dato che riguarda la compattezza finora dimostrata dalla maggioranza dell’elettorato votante sul candidato sostenuto dalla lista civica Solidarietà e Partecipazione (dal 2013 affiancata dalla lista civica Città in Movimento) pur in presenza di una diminuzione dei votanti totali alle elezioni comunali, conduce a ipotizzare che con una eventuale affluenza non elevata alle prossime comunali – ossia non superiore a quella avuta nel 2018, nonostante il record di dieci liste presentate per la prossima competizione elettorale e dei conseguenti 160 candidati al consiglio comunale – il favorito naturale per le elezioni del 14 e 15 maggio non potrà che essere, appunto, il candidato sindaco sostenuto dalla lista civica di Solidarietà e Partecipazione, Alessandro Rocchi.

Se lo schema precedentemente esposto che abbiamo definito come storico elettorale delle elezioni dirette del Sindaco a Grottammare ci può essere utile per individuare, numeri alla mano, chi potrebbe essere il candidato sindaco favorito alle prossime elezioni comunali: il file PDF scaricabile di seguito riporta tutti i candidati consiglieri e le relative preferenze alle elezioni comunali del 2013 e del 2018 a Grottammare (le due elezioni, come già detto, contraddistinte dalla presenza della possibilità del ballottaggio, del voto disgiunto, della presenza di più liste collegate a un solo sindaco e della doppia preferenza di genere), nonché tutti i candidati consiglieri a questa tornata elettorale, ci può essere utile per individuare chi potrebbero essere i consiglieri comunali eletti (considerando anche che gli eventuali consiglieri eletti potrebbero essere poi nominati assessori e, quindi, lasciare il posto in consiglio comunale ai successivi candidati con il maggior numero di voti presenti dopo di loro nella propria lista di appartenenza).

Osservando questo secondo file PDF, reso possibile dai risultati delle preferenze individuali reperibili in internet, si evidenzia subito come le due liste che hanno espresso nel 2013 e nel 2018 il candidato sindaco poi vincente, Solidarietà e Partecipazione e Città in Movimento, hanno avuto dal 2013 a oggi un tasso di ricambio dei candidati minore rispetto alle liste collegate ai candidati sindaci delle liste non vincenti nel 2013 e nel 2018 e in alcuni casi oggi di nuovo in campo.

Infatti, a fronte dal 2013 a oggi di 33 candidati consiglieri per Solidarietà e Partecipazione e 39 candidati consiglieri per Città in Movimento (considerando come duplice la candidatura di Jonathan Chiappini, candidato nel 2018 in Città in Movimento e quest’anno in Solidarietà e Partecipazione), per un totale, quindi, di 72 candidati finora proposti, per una media di candidati per lista proposta di 12 nuovi candidati su 16 (derivante dal numero complessivo dei candidati proposti, 72, diviso il numero di liste proposte, 6, ossia 2 liste a ogni tornata elettorale, nel 2013, 2018 e 2023), abbiamo, invece, per le liste finora non vincenti una media di candidati per lista più alta, essendosi presentate finora per le minoranze nel 2013 e nel 2018 e per le opposizioni alla maggioranza uscente quest’anno (sempre considerando le candidature ripetute in liste differenti, o considerate differenti, come, per esempio, nel caso dei partiti di centrodestra che quest’anno per la prima volta dal 2013 presentano due liste invece che una unica) un totale di 308 candidati, per una media di candidati per lista proposta di circa 15 nuovi candidati su 16 (derivante dal numero complessivo dei candidati proposti, 308, diviso il numero di liste proposte, 20, nelle tre ultime campagne elettorali per le comunali).
Questo maggiore tasso di ricambio dei candidati nelle liste di attuale minoranza rispetto a quelle uscite vincenti nel 2013 e nel 2018 e che si ripresentano come maggioranza uscente in queste elezioni comunali, è dovuto presumibilmente a due cause principali: il minor numero di rappresentanti eletti in consiglio comunale, date le ripetute sconfitte subite e la conseguente mancanza di persone nominate nelle giunte degli ultimi dieci anni; un probabile minor radicamento territoriale dei candidati proposti, inteso come minore riconoscibilità cittadina all’interno della comunità elettorale grottammarese, che ha comportato, almeno nel corso delle elezioni del 2013 e 2018, risultati di preferenze personali in alcuni casi molto ridotti.

Sempre partendo dal secondo file PDF, considerati i dati riportati, si potrebbero fare delle previsioni sui candidati che potrebbero essere favoriti per essere eletti nel prossimo consiglio comunale e/o nominati successivamente assessori (nomina che comunque compete al sindaco eletto e che potrebbe anche essere esterna a chi eletto in consiglio comunale).

Iniziando dalle liste di Solidarietà e Partecipazione e di Città in Movimento, si può notare come la maggior parte dei consiglieri o assessori uscenti nelle elezioni del 2018 sono poi stati rieletti. Infatti, nel 2018 su 8 consiglieri e assessori uscenti di Solidarietà e Partecipazione sono stati rieletti o nominati assessori 6 candidati, mentre i 2 consiglieri uscenti di Città in Movimento sono stati uno eletto consigliere, uno nominato assessore. Presumibilmente, quindi, in queste elezioni comunali partono come favoriti nelle liste che appoggiano Alessandro Rocchi per una elezione come consiglieri o per una successiva nomina ad assessori innanzitutto i consiglieri e assessori uscenti che si ripresentano, e quindi Alessandra Biocca, Manolo Olivieri, Stefano Novelli, Luigi Travaglini, Samuela Castelletti, Martina Sciarroni per Solidarietà e Partecipazione, e Monica Pomili, Bruno Talamonti, Cristina Baldoni per Città in Movimento. A questi nominativi probabilmente si possono aggiungere quelli di Jonathan Chiappini, che però è passato dalla lista Città in Movimento a Solidarietà e Partecipazione come già evidenziato, e anche Marco Tamburro, che si ripresenta dopo essere stato il primo dei non eletti nel 2018 per appena 7 preferenze in Città in Movimento, considerato che nelle comunali del 2018 riuscì ad essere eletta nella lista di Solidarietà e Partecipazione la prima dei non eletti della tornata elettorale del 2013, anche in quel caso per poche preferenze. C’è comunque da considerare per quanto riguarda le liste vincenti uscenti una variabile certamente non trascurabile, che è rappresentata dalla non presenza a queste elezioni di Lorenzo Rossi, indicato in caso di vittoria di Alessandro Rocchi come vicesindaco, e, appunto, di Alessandro Rocchi, candidato sindaco, che insieme nel 2018 raccolsero 948 preferenze, una cifra che sarebbe bastata a farli essere da soli la terza lista più votata a quelle elezioni. Se e dove si collocheranno questi 948 elettori è la variabile che potrebbe favorire un candidato piuttosto che un altro e generare, di conseguenza, delle sorprese elettorali a livello di preferenze individuali nelle liste qui prese in considerazione. Si può forse solo affermare che essendo sia Lorenzo Rossi che Alessandro Rocchi degli uomini di partito è presumibile che parte delle loro preferenze potranno essere raccolte da iscritti ai loro partiti candidati in Solidarietà e Partecipazione, come, per esempio, Umberto Pulcini e Antonio Malavolta.  

Per quanto concerne le altre liste presenti che sostengono i candidati sindaci che sfidano il candidato sindaco della maggioranza uscente, dati i risultati minori ottenuti dalle liste sconfitte nel 2013 e nel 2018 non risultano esserci, a parte qualche eccezione, dei candidati che spiccano per numero di preferenze in precedenza ottenute. Quindi, al di là dei candidati sindaci, Lorenzo Vesperini, Marco Sprecacè e Alessandra Manigrasso, che, data la legge elettorale, anche in caso di sconfitta sarebbero i primi a rientrare in consiglio comunale laddove ottenessero i voti necessari per essere eletti (eventualità non scontata, considerando il caso di Giuliano Vagnoni, candidato sindaco nel 2018 sostenuto da una sola lista, che non riuscì a rientrare in consiglio comunale), sono pochi i candidati delle otto liste che sfidano le liste vincenti dal 2013 che hanno nelle ultime due elezioni ottenuto dei risultati elettorali che li potrebbero porre come eventuali favoriti nelle loro liste. Tra questi si potrebbero forse indicare, però, almeno quelli che hanno in passato ottenuto in termini di consenso personale un numero di preferenze superiore alle 100: Giuliano Vagnoni e Marilisa Felicetti nella lista Grottammare C’è, e Tiziana Stampatori nella lista Fratelli d’Italia. A questi tre nominativi si potrebbe anche aggiungere, sempre nella lista Fratelli d’Italia, quello di Raffaele Rossi, in passato presente più volte in consiglio comunale a Grottammare (precisamente in 3 consiliature, dal 1998 al 2013), nonché anche in consiglio provinciale (dal 2009 al 2014), e che nelle ultime elezioni a cui prese parte, nel 2008, senza la presenza della doppia preferenza di genere, raccolse più di 200 voti personali.

Come si potrà notare rileggendo questo piccolo studio politico che mi appresto a concludere, sono stati evidenziati in grassetto 22 nomi, quanti sono i nominativi che dopo le prossime elezioni comunali andranno a comporre i tre organi di governo comunale a Grottammare, ossia 1 sindaco, 5 assessori e 16 consiglieri comunali.

Se tra questi 22 nomi evidenziati in grassetto emergeranno almeno circa la metà (ma nel caso di vittoria del candidato Alessandro Rocchi potrebbero anche essere di più, circa i tre quarti), dei prossimi 22 membri degli organi di governo comunale allora vorrà dire che questo piccolo studio politico, oltre ad aver riassunto ed esposto i dati delle elezioni comunali in termini preferenze personali a Grottammare a partire dal 2013, avrà anche avuto le caratteristiche di una buona analisi elettorale predittiva.

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