Non di rado il futuro è nascosto tra le pagine del passato. Basta fermarsi a riflettere su quanto di buono è stato fatto, cercare di guardarlo in prospettiva e verificare se, e come, può essere un punto di partenza verso nuove frontiere e opportunità.
Qualche giorno fa, alla Libreria Rinascita, si è tenuto un incontro molto particolare, profondamente diverso e originale rispetto a quanto si è visto in altre occasioni e in altri luoghi della città. La curiosità, costantemente attiva, del titolare della libreria, Giorgio Pignotti, ha dato vita ad una giornata intensa e, per molti versi, emozionante, sulla storia del baco da seta e sull’allevamento che è stato a lungo uno dei punti di forza dell’economia cittadina e del territorio. Ne sono testimonianza i grandi edifici costruiti in città per ospitare i bachifici la cui origine è spesso sconosciuta agli stessi ascolani.
L’elemento particolare di quella giornata, che l’ha resa diversa dalle altre, è stata la prospettiva in cui si è svolta. Non un incontro tra nostalgici di un passato operoso ma ormai lontano, anche se ve ne erano molti, ma soprattutto un tentativo di proporre una possibile via di sviluppo per la città. Un’opportunità di ripresa economica e culturale per una comunità a cui da troppo tempo mancano prospettive, idee, slanci e capacità di guardare concretamente avanti, ai prossimi anni. Caratteristiche che Pignotti, invece, ha dimostrato di avere nella sua vita da imprenditore così da poter ipotizzare oggi, con la discrezione e la sensibilità che gli sono proprie, intorno al passato le prospettive per il futuro. Perché l’incontro alla Libreria Rinascita sull’allevamento del baco da seta in realtà ha lanciato questo messaggio: bisogna avere la forza di pensare, di sognare, di scommettere perché solo così la città potrà riprendere un percorso di crescita che, oggettivamente, si è interrotto da tempo.
In un’epoca in cui le parole corrono più dei fatti, e molte volte alle prime non corrispondono i secondi, le competizioni si svolgono a livelli sempre più sofisticati, le sfide sono senza esclusione di colpi, il seme piantato dall’incontro alla Libreria Rinascita, seguendo quanto qualche lungimirante pioniere ha già fatto, deve trovare nelle istituzioni, nel mondo imprenditoriale, tra la gente il terreno fertile per svilupparsi e dare alla città quello slancio che l’aveva caratterizzata negli anni della seta.
Le condizioni generali ci sono, oggi il mondo guarda con grande attenzione al bello e alle eccellenze e la seta si inserisce perfettamente in questa cornice, quella che si potrebbe produrre in città, in un ipotetico rilancio del ‘Giallo Ascoli’, poi, entrerebbe perfettamente in questo circolo virtuoso i cui effetti si riverbererebbero su tutto il territorio. È necessario però uscire dall’apatia e dalla pigrizia per riscoprire la voglia di fare, di competere e di scommettere. Non si tratta di velleitarismo, quello lo abbiamo visto in altre occasioni, ma di costruire razionalmente e consapevolmente un progetto che abbia tutte le caratteristiche per concorrere nell’agone economico globale.
Ora la domanda, più che legittima, è: che cosa hanno a che vedere i bachi da seta con il periodo natalizio che stiamo vivendo? Semplice e scontata è la risposta. Siamo nel periodo dell’anno in cui è consentito sognare e, in fondo, nell’animo di tutti c’è la speranza recondita che almeno uno di quei sogni si possa realizzare. Poi, al termine delle feste ci sono sempre nuove energie per affrontare gli impegni e le sfide dell’anno appena iniziato. Ecco, sarebbe bello che nel 2023 il seme piantato alla Libreria Rinascita, parlando di bachi da seta, cominciasse a trasformarsi in una pianta di gelso, primo passo verso una prospettiva che la città non deve lasciarsi sfuggire e che non deve abbandonare per indolenza e disinteresse.