Una ventina di anni fa, quando cominciai a collaborare con l’amministrazione Celani per le “estati ascolane”, parlare di turismo in Ascoli era come predicare nel deserto. C’erano pochi ristoranti, bar ancora a mentalità chiusa e guide manco a parlarne. Così non era difficile vedere intere famiglie, che dal mare si erano avventurate nell’entroterra, sedute sulla scalinata del palazzo dei capitani in attesa che qualcosa tornasse a vivere. C’era di che vergognarsi.
Oggi, fortunatamente, questo non avviene più. Di locali ce ne sono anche troppi, sono aperti con orario continuato, si possono visitare monumenti e chiese ad ogni ora e, se non si ha voglia di farsi una salutare scarpinata, è possibile fare il tour della città con il trenino. Il trenino a me non piace, ma almeno un passo avanti è stato fatto. Si potrebbe fare di più e meglio, ma, come dicono in Spagna, “pregutando se llega a Roma”
Eppure il turismo pesa sul PIL per il 6,4% e supera il 9% considerando l’indotto (dati Istat). Cifre importanti ai quali si dovrebbe fare riferimento nelle programmazioni dei vari Comuni italiani.
La stagione appena trascorsa ha fatto registrare numeri incoraggianti, a cominciare dal turismo interno: dei 34,5 milioni di italiani che sono andati in vacanza, secondo Confcommercio, quasi il 90% è rimasto in Italia. Il secondo fattore trainante è stato il ritorno del turismo internazionale: a luglio (dati Enit e Assoturismo), le prenotazioni aeree verso il nostro Paese hanno fatto segnare +222% rispetto allo stesso mese del 2021, mentre ad agosto l’incremento è stato del 202%.
C’è dunque da tirare un respiro di sollievo. Il boom registrato, tuttavia, va accolto con la necessaria prudenza. Il settore resta uno dei più vulnerabili durante le crisi internazionali e deve attrezzarsi per
far fronte a nuove emergenze. Deve essere flessibile. Deve trovare e implementare nuovi modelli di business. Deve cavalcare il digitale. Deve essere sostenibile, nella più ampia accezione del termine. Deve puntare, vero must, sul management. Questa la ricetta per essere resilienti e piegarsi, in caso di burrasca, senza spezzarsi.
Dunque si può dire a buon diritto che il mercato del turismo in Italia è in netta ripresa e i dati lo confermano. Questo non deve farci adagiare sugli allori, ma dovrebbe spingerci a domandarci “cosa fare”. Qualcuno direbbe “bella domanda”, continuando a brancolare nel buio o a riproporre stantii modelli superati e oggi insignificanti.
Occorre inventarsi nuove iniziative, farsi venire idee innovative e avere il coraggio di percorrere strade mai percorse. Poi, se proprio non si fosse in grado di muovere un dito o non se ne avesse la voglia, basterebbe applicare il solito rimedio, quello che ha dato sempre risultati: guardare in casa altrui. Che non equivale a copiare, ma ad ispirarsi.
Prendiamo l’esempio di Roma. Dopo i tempi favolosi di Nicolini (ma erano veramente altri tempi), oggi hanno scelto di puntare sui grandi eventi internazionali dello sport, della moda e della cultura, parliamo dei mondiali di skate e di beach-volley, i grandi concerti live, la Premier Padel Major, gli europei di nuoto, la Formula E, gli Internazionali di tennis e l’equitazione mondiale.
Ogni appuntamento assume una dimensione globale e genera occasioni di sviluppo dell’economia turistica, enogastronomica e opportunità occupazionali.
Con 12 milioni di euro del Pnrr, rivoluzioneranno l’esperienza del turista a Roma, mettendo a disposizione del visitatore un assistente virtuale personalizzato in grado di interagire utilizzando il linguaggio naturale, per pianificare il viaggio in ogni minimo dettaglio e per vivere la città anche attraverso ricostruzioni digitali e immersive. L’intelligenza artificiale è aggiornata in tempo reale e potrà, ad esempio, evitare affollamenti davanti ai monumenti più conosciuti, modificando on time l’ordine delle tappe e suggerendo itinerari alternativi».
Tornando al ricordo con cui ho aperto questo articolo, vorrei sottolineare che già allora, più di vent’anni fa, parlavo di questi temi, così come ho continuato a farlo fino ad oggi. Mi hanno zittito dicendo che non è così che si sviluppa il turismo, senza, però, spiegarmi come si dovrebbe fare.
Sono paziente e aspetto. Prima o poi qualcuno mi svelerà l’arcano.