Turismo, il futuro dell’economia è nelle sue mani

648 visualizzazioni
2 minuti di lettura

Una ventina di anni fa, quando cominciai a collaborare con l’amministrazione Celani per le “estati ascolane”, parlare di turismo in Ascoli era come predicare nel deserto. C’erano pochi ristoranti, bar ancora a mentalità chiusa e guide manco a parlarne. Così non era difficile vedere intere famiglie, che dal mare si erano avventurate nell’entroterra, sedute sulla scalinata del palazzo dei capitani in attesa che qualcosa tornasse a vivere. C’era di che vergognarsi. 

Oggi, fortunatamente, questo non avviene più. Di locali ce ne sono anche troppi, sono aperti con orario continuato, si possono visitare monumenti e chiese ad ogni ora e, se non si ha voglia di farsi una salutare scarpinata, è possibile fare il tour della città con il trenino. Il trenino a me non piace, ma almeno un passo avanti è stato fatto. Si potrebbe fare di più e meglio, ma, come dicono in Spagna, “pregutando se llega a Roma

Eppure il turismo pesa sul PIL per il 6,4% e supera il 9% considerando l’indotto (dati Istat). Cifre importanti ai quali si dovrebbe fare riferimento nelle programmazioni dei vari Comuni italiani.

La stagione appena trascorsa ha fatto registrare numeri incoraggianti, a cominciare dal turismo interno: dei 34,5 milioni di italiani che sono andati in vacanza, secondo Confcommercio, quasi il 90% è rimasto in Italia. Il secondo fattore trainante è stato il ritorno del turismo internazionale: a luglio (dati Enit e Assoturismo), le prenotazioni aeree verso il nostro Paese hanno fatto segnare +222% rispetto allo stesso mese del 2021, mentre ad agosto l’incremento è stato del 202%.

C’è dunque da tirare un respiro di sollievo. Il boom registrato, tuttavia, va accolto con la necessaria prudenza. Il settore resta uno dei più vulnerabili durante le crisi internazionali e deve attrezzarsi per

far fronte a nuove emergenze. Deve essere flessibile. Deve trovare e implementare nuovi modelli di business. Deve cavalcare il digitale. Deve essere sostenibile, nella più ampia accezione del termine. Deve puntare, vero must, sul management. Questa la ricetta per essere resilienti e piegarsi, in caso di burrasca, senza spezzarsi.

Dunque si può dire a buon diritto che il mercato del turismo in Italia è in netta ripresa e i dati lo confermano. Questo non deve farci adagiare sugli allori, ma dovrebbe spingerci a domandarci “cosa fare”. Qualcuno direbbe “bella domanda”, continuando a brancolare nel buio o a riproporre stantii modelli superati e oggi insignificanti. 

Occorre inventarsi nuove iniziative, farsi venire idee innovative e avere il coraggio di percorrere strade mai percorse. Poi, se proprio non si fosse in grado di muovere un dito o non se ne avesse la voglia, basterebbe applicare il solito rimedio, quello che ha dato sempre risultati: guardare in casa altrui. Che non equivale a copiare, ma ad ispirarsi.

Prendiamo l’esempio di Roma. Dopo i tempi favolosi di Nicolini (ma erano veramente altri tempi), oggi hanno scelto di puntare sui grandi eventi internazionali dello sport, della moda e della cultura, parliamo dei mondiali di skate e di beach-volley, i grandi concerti live, la Premier Padel Major, gli europei di nuoto, la Formula E, gli Internazionali di tennis e l’equitazione mondiale. 

Ogni appuntamento assume una dimensione globale e genera occasioni di sviluppo dell’economia turistica, enogastronomica e opportunità occupazionali.  

Con 12 milioni di euro del Pnrr, rivoluzioneranno l’esperienza del turista a Roma, mettendo a disposizione del visitatore un assistente virtuale personalizzato in grado di interagire utilizzando il linguaggio naturale, per pianificare il viaggio in ogni minimo dettaglio e per vivere la città anche attraverso ricostruzioni digitali e immersive. L’intelligenza artificiale è aggiornata in tempo reale e potrà, ad esempio, evitare affollamenti davanti ai monumenti più conosciuti, modificando on time l’ordine delle tappe e suggerendo itinerari alternativi».

Tornando  al ricordo con cui ho aperto questo articolo, vorrei sottolineare che già allora, più di vent’anni fa, parlavo di questi temi, così come ho continuato a farlo fino ad oggi. Mi hanno zittito dicendo che non è così che si sviluppa il turismo, senza, però, spiegarmi come si dovrebbe fare.  

Sono paziente e aspetto. Prima o poi qualcuno mi svelerà l’arcano.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Previous Story

Aumenta pure l’acqua, ma il via libera ai rincari arriva sul filo del rasoio

Next Story

Ripartire dopo una mazzata non è facile, ma occorre cancellare Frosinone e, soprattutto, Marinelli.

Ultime da