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I terribili quarantenni che fanno grande il Bari

Vedere il Bari, neo promosso in serie “B”, in testa alla classifica non può non meravigliare. Le aspettative all’inizio del torneo erano di raggiungere prima possibile la salvezza. Ora nella città pugliese si sogna, a buon diritto, la serie “A”. Qual è il segreto di questo successo? Appare evidente che il direttore sportivo, l’allenatore e la dirigenza hanno agito secondo canoni ben definiti riuscendo a mettere su una formazione che non annovera nomi roboanti ma è composta da giocatori che hanno fame e che con i risultati acquisiti sino ad ora hanno messo in “cascina” tanto, tanto entusiasmo che li sta spingendo verso un traguardo impensabile. 

Il campionato è molto lungo e bisognerà vedere se alla distanza reggeranno il ritmo che impone la cadetteria. Anche perché nelle file baresi militano diversi giocatori datati. Vedi il difensore di Di Cesare, prossimo al quarantesimo anno d’età, l’indimenticato ex bianconero Antenucci, anche lui vicino ai 40 anni, l’altro ex bianconero Pucino  ben sopra ai 30 anni. Quello che siamo curiosi di scoprire è il segreto di questi senatori che nonostante l’età corrono come lepri. L’entusiasmo aiuta molto ma se non hai “birra” nelle gambe non puoi andare molto lontano.

Detto questo il pensiero va all’Ascoli. Nei suoi interpreti non si intravede entusiasmo, in campo non dimostrano di essere dei fulmini di guerra. Eppure, tolti sei elementi, la “rosa” comprende tanti giovani che dovrebbero garantire sprint e resistenza alla fatica. Che sia questo il deficit maggiore della squadra?

Alcuni “patiti” bianconeri che seguono puntualmente la squadra nei suoi allenamenti lamentano il fatto che le sedute atletiche si svolgono a ritmi blandi. La sola cosa che ci lascia perplessi è che l’Ascoli non fa pressing, a differenza delle altre squadre che lo applicano in maniera asfissiante. Non rimane che andare al “Picchio Village”, sempre che venga aperto al pubblico, per seguire qualche seduta magari chiedendo lumi a Bucchi, che di queste cose se ne intende.

Sandro Conti

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