Ascoli, l’estate sta finendo… tiriamo le somme

614 visualizzazioni
1 minuto di lettura

Tutto si può dire quest’anno, meno che l’Amministrazione Comunale non abbia fatto del suo meglio per riempire l’estate ascolana.

Sull’onda del progetto presentato a Capitale italiana della cultura 2024, e masticando amaro per non essere riusciti a centrare l’obiettivo, il Sindaco ed i suoi collaboratori si sono dati da fare come non mai ed hanno sfornato a palate manifestazioni su manifestazioni. Il guaio è che non sempre il numero fa qualità. Così si è assistito a manifestazioni ben costruite e ad altre fatte con pressappochismo e qualitativamente scadenti.

Sono convinto che tutti abbiano il diritto di dire la loro, ma non basta svegliarsi una mattina e pensare di avere il bernoccolo di Nicolini per poter presentare noiose serate da feste paesane. Nicolini, per chi non lo sappesse, è stato l’assessore alla cultura di Roma che alla fine degli anni ’70 inventò le “estati romane”. Il progetto si basava su spettacoli culturali all’aperto ideati per animare l’estate della capitale accoppiando musica pop e avanguardia, balletto, teatro di strada, maratone cinematografiche di film popolari e d’autore, presentandoli nei luoghi più caratteristici o anche meno conosciuti della capitale. 

Non faccio classifiche perché non mi piace, se non altro perché tutti gli organizzatori (dico tutti) ci hanno messo tempo e forse soldi, perciò mi limito a parlare solo di quelli che mi hanno colpito (e lo si vedeva subito dalla grafica dei manifesti e delle brochure) Controvento innanzi tutto, la rassegna jazz itinerante, la notte bianca della Compagnia dei Folli (finalmente si è tornati a guardare la qualità e non la gazzarra) il Summer festival di metà agosto (di cui abbiamo scritto QUI) e, ultimamente, Symphony of caos in piazza del Popolo.

Questo che vuol dire? Che ci sono persone di qualità ad Ascoli, che non è necessario correre fuori a cercare taumaturghi che non esistono e che non ci si improvvisa dall’oggi al domani.

Cosa manca allora per dire che ci siamo? Qualcuno che sappia valutare la bontà dei progetti, legarli con un filo conduttore, coordinarli e, soprattutto, che sappia creare quel qualcosa per cui le persone dovrebbero venire ad Ascoli perché non troverebbero altrove quello che offriamo noi. Pesaro ha il ROF, Macerata lo Sferisterio (e non solo), Ancona le prime dei grandi tour. E noi?

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Previous Story

Next Story

“Ma tu sei proprio filosofo, però quanto vendi?”: la pittura di André Benedetto

Ultime da