Opinioni

Una città che si sta sgonfiando

La popolazione ascolana, secondi gli ultimi dati statistici, ormai da diversi anni, è in caduta libera. Ma non sembra preoccupare più di tanto i nostri politici. E noi di Ithaca lo diciamo da tempo (ad esempio QUI o sui giovani, in particolare, QUI) Gli abitanti sono scesi a 45 mila 803 anime, 276 in meno nei primi sei mesi del 2022. Perché continua ad essere inarrestabile il calo demografico della nostra città? I motivi sono diversi ma i nostri amministratori non ritengono sia indispensabile sedersi attorno ad un tavolo per individuarli e studiare quali misure mettere in atto per frenare il “fenomeno” negativo. Non ci vogliono premi… Nobel per capire, una volta individuati, quali siano i provvedimenti da adottare. Il fatto negativo più grave lo fornisce la mancanza di lavoro. Trent’anni fa, quando il governo istituì anche per la città di Ascoli la Cassa per il Mezzogiorno, gli imprenditori, o presunti tali, fecero a gara per realizzare sul nostro territorio aziende che dettero lavoro a migliaia di persone. Poi, pian piano uscirono fuori le… magagne. Presi i finanziamenti la loro solidità è andata man mano scemando. Vedi Sofimar, calzaturificio di due fratelli bergamaschi, i quali, buscata la moneta  lasciarono in braghe di tela 350 dipendenti. Questo è uno dei tanti esempi ma ce ne sono stati diversi altri come le chiusure della Mondadori, Elettrocarbonium, Ico, Ocma ecc. che pensiamo si potesse intervenire per tentare di evitare l’azione estrema.

 Il bello, anzi il brutto, è stato che non si è fatto nulla per frenare l’emorragia. Chi ha avuto la fortuna di potersi riciclare ha continuato a vivere ad Ascoli. I giovani, visto l’andazzo, sono andati cercare fortuna altrove.

In un città di pensionati, bambini e disoccupati i prezzi degli affitti delle case sono saliti alle stelle. E allora non restava altro da fare per coloro che volevano mettere su casa, andare a cercare paesi dove la “pigione” era abbordabile, Caselle, Maltignano, Castel di Lama, Colli del Tronto, Folignano, Villa Pigna ecc.. Non si è pensato di varare un’azione protettiva al commercio del centro storico, ufficialmente dichiarato… morto. Basterebbe girarlo a piedi per rendersi conto di quanti locali sono sfitti e quei pochi ancora in attività stentano ad andare avanti. E allora? Rivitalizzando tale settore si sarebbero creati nuovo posti di lavoro che sarebbero serviti ad “ancorare” i giovani sul territorio. 

E la valorizzazione turistica della meravigliosa Ascoli? Molto poco rispetto a quanto si dovrebbe fare con creazione di nuovi posti di lavoro. 

E pensare anche che l’alto numero di anziani, in un tempo non molto lontano, porterà ad una esponenziale diminuzione della popolazione. 

Sandro Conti

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