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Malevento, le streghe e un liquore per digerire: c’era tutto per non poter vincere

Dovrà trascorrere del tempo, presumiamo parecchio, per “digerire” la sconfitta contro il Benevento.

Il vento della buona sorte è girato a favore dei sanniti ai quali è bastato un solo tiro in porta, favorito da un’incredibile svista difensiva, per portare a casa il prezioso successo. All’Ascoli è rimasta la magra consolazione di aver giocato meglio, di aver tirato in porta otto volte, di aver marcato una costante superiorità di gioco ma, tirando le somme, è stato il Benevento ad accedere alla semifinale play off.

Un beffa che, nonostante i tanti errori tecnici e tattici evidenziati nel corso dei 90 minuti, i bianconeri non avrebbero meritato ma non è bastato lasciando l’amaro in bocca agli oltre 11 mila tifosi che hanno sostenuto ed incitato per tutto l’arco dell’incontro i loro beniamini. E che sono stati bravissimi a fine partita nell’applaudire i giocatori per ringraziarli di quanto hanno saputo fare nel corso del campionato. E’ proprio vero che se non ti accompagna un bricioli di buona sorte puoi fare le cosiddette “pozze” senza riuscire ad ottenere il risultato che vorresti perseguire.

Teste rotte e musi lunghi, i bianconeri escono di scena

E’ stata una partita che con un briciolo di accortezza da parte di Sottil si sarebbe potuta incanalare diversamente. Alla ripresa dei secondi 45 minuti eravamo convinti che il tecnico avrebbe apportato dei cambiamenti nello schieramento di partenza inserendo subito Bidaoui in modo da mettere sotto pressione la fascia sinistra del Benevento, togliere Dionisi, impegnato in mezzo al campo soprattutto a fare il “tribuno”, per sostituirlo con Iliev, discreto colpitore di testa, e mettere sulla fascia destra un elemento in grado di poter crossare palloni nell’area avversaria. Questo perché il Benevento si era chiuso a riccio nella propria area di rigore a soltanto aggirando la difesa si sarebbero potuti creare i presupposti per il goal. Invece la squadra si è incaponita nel portare attacchi centralmente finendo con il fare il gioco degli avversari che hanno scaraventato in più di una circostanza il pallone in  tribuna al grido ”viva il parroco”. Qualcuno ha voluto dire che ai nostri giocatori è venuta a mancare l’esperienza che si richiede in questa circostanze. Comunque sia, hanno dato ai tifosi in tutto l’arco del campionato più di quanto ci si attendesse. Fissiamo l’appuntamento al prossimo campionato fiduciosi che si possa ripetere un campionato come quello di quest’anno, ma con qualcosa in più. E sappiamo tutti cosa sia. Asta cominciare l’alfabeto.

Dimenticavo, spiegazione del titolo.

Malevento, era il primo nome della città sannita, poi mutato in un più positivo Benevento; le streghe, che, secondo una leggenda, nella città sannita tenevano il sabba, convegno demoniaco tra orge diaboliche e riti blasfemi; il liquore, è lo Strega fatto di 70 erbe per digerire… anche un bue, dicono. Figuriamoci una sconfitta! 

Sandro Conti

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Sandro Conti

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