Quattro ascolani nell’Olimpo dell’editoria

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Quello dell’editoria è un universo non parallelo alla società ma profondamente insito nella sua storia perché la funzione della carta stampata che siano libri, quotidiani, riviste o pubblicazioni in genere, è parte integrante della nostra vita. La conoscenza passa per l’apprendimento, dai libri scolastici ai giornali ai fumetti fino ai grandi romanzi, ognuno di noi ha letto e ne ha tratto sapere. 

Anche Ascoli si è seduta a questa mensa con quattro editori di grande spessore. Non per niente il quattro nel Medioevo era considerato un numero perno e risolutore: quattro sono, infatti, i punti cardinali, i venti principali, le stagioni, le fasi lunari, le arti liberali del quadrivio, i lati del quadrato a cui veniva paragonata la Terra (in opposizione al triangolo del cielo, simbolo della Trinità).

Cino Del Duca

Alcuni editori sono illuminati da una visione che anticipa i tempi, come Cino Del Duca, all’anagrafe Pacifico, nato a Montedinove nel 1899 e arrivato nelle sfere più alte delle pubblicazioni italiane e francesi. Per gli ascolani il suo nome insieme a quello del fratello Lillo è associato allo stadio della città ma forse non tutti conoscono l’incredibile vita di questo editore che partendo dalla vendita di romanzi popolari come piazzista, prendendo parte attivamente alle due guerre mondiali, arrivò ad essere uno dei maggiori editori italiani e francesi. Un grandissimo talento nel saper anticipare i tempi, la sua visone ampia delle potenzialità di alcune pubblicazioni per ragazzi come “Il Monello” e “l’Intrepido” ,per citare i più noti, fino a “Grand Hotel” la rivista di fotoromanzi più letta in Italia che ha lanciato tanti attori, senza trascurare ambiti più impegnati come la fondazione del quotidiano “Il Giorno” nel 1956 con il giornalista Gaetano Baldacci.

Si perché fra le attività di Cino Del Duca c’è anche quella di produttore cinematografico in molti film fra cui “Il bell’Antonio” di Bolognini con Marcello Mastroianni e Claudia Cardinale del 1960, produzione italo-francese, e proprio nel paese transalpino il lavoro di Del Duca è forse più attivo che in Italia, non a caso la sua salma è nel cimitero parigino di Père-Lachaise insieme a personaggi come Oscar Wilde e Maria Callas. 

Valentino Bompiani

Altro ascolano doc, nato nel 1898 è un altro gradissimo editore, Valentino Bompiani, che nel 1929 fondò la casa editrice che porta il suo nome. La sua particolare attenzione al teatro lo portò a essere drammaturgo e con “Albertina” del 1945 raggiunse il suo apice, mettendo al centro delle sue opere l’analisi delle angosce dell’uomo contemporaneo e le sue inquietudini, e anche come scrittore sul ruolo dell’editore. I suoi più grandi successi sono legati a nomi del calibro di Elio Vittorini, Albero Moravia ma soprattutto Umberto Eco. Durante il fascismo lottò contro il regime che proibiva la pubblicazione di autori europei russi e americani per poter offrire una visione ampia di quello che succedeva fuori dal paese traducendo autori del calibro di Albert Camus, Nobel per la letteratura nel 1957, T. S. Eliot, Nobel nel 1948 e John Steinbeck premiato nel 1962: un tris stellare che da la misura del valore della casa editrice. Eppure Valentino Bompiani non si ferma qui, arriva fino all’UNESCO che patrocina l’opera maggiormente rappresentativa della Bompiani: il “Dizionario letterario Bompiani delle opere e dei personaggi di tutti i tempi e di tutte le letterature”  completato poi con il “Dizionario Bompiani degli Autori” .

Nel 1972 la Bompiani è venduta a RCS, acquisita poi dalla Mondadori, ad oggi fa parte del gruppo Giunti. Valentino Bompiani continuò comunque nel suo impegno letterario per molti anni, avendo un ruolo anche se non primario, nel successo del romanzo “Il nome della rosa”; mori a Milano nel 1992, ma il suo nome sarà sempre fra i più importanti della cultura del nostro paese.

Elido Fazi

Il terzo ascolano entrato nell’Olimpo dell’editoria è Elido Fazi, nato nel 1952 ad Acquasanta Terme, dopo gli studi in Economia a Roma, la sua brillante carriera nel settore lo vede operare in Inghilterra con collaborazioni prestigiose fino al 1979 quando inizia la carriera di giornalista economico; nel 1986 con “The Economist” si occupa dei report sul l’Italia e come corrispondente per le pubblicazioni del gruppo. Nel 1993 fonda una società con il diritto di usare il nome “The Economist” che verrà ceduta nel 2009 alla Fiera di Milano SPA. Ma è nel 1994 che fonda la casa editrice Fazi Editori che rapidamente si colloca fra le più importanti nel settore indipendente grazie a romanzi di enorme successo come “Melissa P.” e la saga di “Twilight” che hanno venduto milioni di copie in tutto il mondo. Autori del calibro di Gore Vidal e John Fante, il caso letterario di John Williams autore di “Stoner” romanzo del 1965 che ha conosciuto il grande successo quando nel 2011 la scrittrice francese Anna Gavalda lo tradusse facendone un bestseller. Nella scuderia Fazi ci sono molti scrittori che vantano importanti riconoscimenti come Premi Pulitzer, Bancarella, Campiello, Strega, Booker Prize, grazie ad un impegno attento e appassionato di un editore che ha saputo trovare il successo nell’ambito non facile dell’editoria indipendente. 

Gianni Mazzocchi

L’ultimo della lista è uno dei più prolifici editori italiani, fondatore di oltre una dozzina fra riviste e quotidiani: Gianni Mazzocchi che ha legato il suo nome a riviste del calibro di “Domus”, “Quattroruote”, “Panorama”. Nato nel 1906 da una famiglia di industriali che si occupava di bachi da seta, settore che all’epoca in città era florido, dopo gli studi a Roma grazie ad una borsa di studio si trasferì a Milano dove a seguito dell’incontro con l’architetto e designer Gio Ponti, fondatore della rivista del settore “Domus”, entra nel mondo dell’editoria. Nel 1934 rileva la rivista “Casabella” e da lì parte la sua incredibile carriera che lo vedrà nel ’39 fondare “Panorama” chiuso l’anno dopo dal regime fascista con l’entrata in guerra. Ma con la liberazione Mazzocchi torna subito in campo con la rivista “Italia Libera” che trasforma in quotidiano e la cui direzione viene assunta da Carlo Levi arrivando a tirature anche di 300.000 copie. Il suo grande fiuto porta collaborazioni con grandissime firme del giornalismo fra cui anche Indro Montanelli, di cui pubblica il primo libro nel ’36, Arrigo Benedetti, Albero Moravia e Camilla Cederna. Nel 1945 fonda il settimanale “L’Europeo” che venderà poi nel ’53 ad Angelo Rizzoli, ma è nel 1956 che dalla sua grande passione per le auto nasce la rivista di enorme successo “Quattroruote” che diventerà subito, e lo è ancora oggi, riferimento nel settore per tutti gli appassionati di motori. La sua vita fu segnata nel ’78 dal sequestro di una delle sue figlie, Maria Grazia, che fu causa della morte di sua moglie che non resse al dolore,  e che si concluse con il rilascio dopo circa due mesi.  Da quel momento Gianni Mazzocchi lascia le redini di ben 14 testate all’altra sua figlia Giovanna, mentre Maria Grazia prosegue la carriera di giornalista e presidente “Domus Accademy”; Muore a Milano nel 1984, lasciando un’impronta indelebile nel mondo che segue ancora le sue tracce.

Questi uomini, visionari della diffusione di cultura, con coraggio e tenacia e devozione hanno saputo creare realtà solide di cultura partendo dal nostro territorio portando un po’ del Piceno in tutto il mondo.

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