Ascoli, Emidio Clementi musicista e scrittore trapiantato a Bologna

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Un altro personaggio di spicco nel panorama culturale nazionale rende onore al territorio piceno. Si tratta di Emidio Clementi, conosciuto semplicemente come Mimì dagli amici: musicista e cantante, studioso e insegnante, compositore e scrittore. 

Classe 1967, è nato ad Ascoli e cresciuto a San Benedetto del Tronto con la sua famiglia, prima di approdare a Bologna, dove ha dato vita al suo immenso percorso creativo. Un talento eclettico, che lo ha portato ad una carriera come artista nel campo delle 7 note e ad un’altra parallela come narratore. 

Mimì descrive l’amore per il rock, raccontandolo lontano dai riflettori dai facili richiami. Racconta della fatica, della passione, dell’ambizione di intraprendere, sviscerare ed esplorare un universo ricchissimo, capace di essere “sentito” in questo modo solo da chi lo ama davvero e senza riserve. 

Negli anni ‘90 diventa frontman del gruppo musicale “Massimo Volume” , successivamente scrive 4 romanzi, di cui l’ultimo pubblicato qualche giorno fa. Ha partecipato a molti esperimenti artistici, tra cui vari reading musicali con l’impronta degli Afterhours di Manuel Agnelli. 

Con i “Massimo Volume” porta in scena musica rumorosa con tratti recitativi di alta densità narrativa. In una delle sue interviste dice che l’intento dei “Massimo Volume” è stato quello di creare una musica che dialoga con il testo, con una precisa funzionalità. “Quando abbiamo cominciato, l’unica cosa di cui eravamo consapevoli era questa urgenza di mostrarci senza trucco” racconta Mimì dello straordinario percorso effettuato, il cui primo album, “Lungo i bordi”. si ispira alle poesie di Emanuel Carnevali, colui al quale Clementi si è ispirato, in quanto grande osservatore della realtà. 

Prima di approdare a Bologna, per un anno, a soli 18 anni, Mimì si trasferisce in Svezia, dove per mantenersi consegna giornali a domicilio. Nel capoluogo bolognese effettua lavori saltuari come cameriere, imbianchino, commesso. Frequenta via del Pratello insieme ad un gruppo nutrito di persone con cui condivide ciò che diventerà il cuore pulsante della  città negli anni ’90, con la sua abitazione che diviene presto un punto di ritrovo per tutta la scena underground bolognese. 

Mentre lavora presso un ristorante, un cliente gli regala il libro “Il primo Dio“ di Emanuel Carnevali: pubblicazione che rappresenta il primo incontro di Clementi con la letteratura. Momento che  sancisce l’inizio alla scrittura e la produzione dei brani con i “Massimo Volume”, realtà che da subito suscita interesse negli addetti ai lavori, tanto che il regista Alex Infascelli si ispira alla loro musica per realizzare la colonna sonora di “Almoust Blue”, film tratto dal romanzo di Carlo Lucarelli. Una collaborazione folgorante quella con il cinema, visto che nel firmare questa  colonna sonora il gruppo arriva finalista ai “Nastri d’Argento 2001”. 

Dicevamo della carriera letteraria: nel 1997 Clementi pubblica “Gara di resistenza” e nel 1999 presenta il romanzo “Il tempo di prima”. Tutto questo mentre nella musica la sua poliedrica carriera oltre a Manuel Agnelli lo fa incontrare con tante personalità interessanti e collaborazioni con artisti diversi, da Cristina Donà a Steve Piccolo. Nell’ultimo album, “El muria  stanza 18”, fonde sonorità elettroniche e voce parlata: un omaggio all’albergo di Tangeri che ospitò il leggendario William S. Burroughs, lo scrittore, saggista e pittore statunitense vicino al movimento della “Beat Generation”. 

Dal suo romanzo “La notte del piattello”, per i caratteri della Fazi editore, è tratta l’omonima pièce teatrale. Nel 2004 pubblica “L’ultimo Dio”. 

Molti artisti dopo il periodo pandemico hanno ripreso a lavorare a progetti accantonati. Clementi da qualche giorno ha presentato la sua nuova fatica scritta, “Gli anni di Bruno”, romanzo a episodi ispirato a Susan Minot. Si tratta del racconto di una famiglia con le proprie  difficoltà,  con momenti di dolcezza e anche drammaticità; un lavoro che parla delle vicissitudini di Sonia e Nazzareno, genitori di Bruno. Sonia lavora fuori e papà Nazzareno vive con Bruno, ragazzo problematico e ribelle .Clementi per scrivere le pagine di questo nuovo lavoro ha attinto ai ricordi, alle esperienze della sua infanzia. Lo scrittore ha sempre raccontato di essere molto legato a sua madre e in questo lavoro sono presenti episodi che riportano proprio al rapporto dell’autore con la madre. Il romanzo, che è stato realizzato sotto lockdown e che vede riferimenti a un simile periodo buio, descrive un nucleo nella sua quotidianità. Un racconto in cui il lettore può ritrovarsi facilmente protagonista assumendo i panni di uno dei personaggi descritti.

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