Il 3 marzo la Regione Marche, con le prefetture marchigiane e l’Anci-Marche, dopo pochi giorni dall’inizio del conflitto, ha stabilito le linee di coordinamento per la gestione e l’organizzazione dell’accoglienza di profughi ucraini sul territorio, sotto i diversi profili della regolarizzazione, dello screening sanitario, dell’alloggio e dei sostegni economici.
Partendo dalla situazione attuale – arrivi graduali organizzati prevalentemente da parenti o amici residenti in Italia – è stato stabilito in relazione all’evolversi della situazione che gli enti locali segnalino tempestivamente gli arrivi nei territori di competenza alle autorità di pubblica sicurezza e alle strutture del sistema sanitario regionale, che diramerà istruzioni specifiche.
Il Comune e la Diocesi di Ascoli Piceno, in stretta sinergia con le associazioni del Tavolo delle Povertà, in collaborazione con le Autorità preposte e la Fondazione di Ascoli Piceno hanno istituito un tavolo di aiuto alla popolazione Ucraina. Ad essi si è aggregata la comunità ucraina residente in Ascoli (130 persone). Toccanti le parole di una giovane ucraina che, con indosso una bandiera del suo paese, ha pianto leggendo un’accorata lettera dell’ex presidente della Lituania Dalia Grybauskaite che invitava la Nato ad intervenire nel territorio ucraino per fermare Putin e salvare molte vite umane.
Intanto, mentre i primi aiuti in beni di prima necessità e farmaci sono già giunti in Ucraina ed altri si accingono a partire, ottanta ucraini, di cui la metà minorenni, sono arrivati in città e accolti.
“Ci siamo e siamo pronti con la collaborazione della rete dei servizi sociali e delle associazioni“, dice l’assessore al Welfare Massimiliano Brugni reduce nei giorni scorsi da un summit in Prefettura per l’illustrazione del nuovo provvedimento governativo a favore dei profughi scappati dalla guerra.
Il decreto del presidente Draghi prevede la concessione di un contributo mensile di sostentamento di 300 euro per ogni ucraino accolto e di altri 150 euro per i minori per un periodo di 3 mesi.
“Da qualche giorno il flusso di arrivi si sono un po’ fermati -dice Brugni- ma potrebbero ripartire se ci sarà una redistribuzione a livello europeo, per quote, tra i vari Paesi“.
Quali sono stati i primi passi nell’accoglienza degli ucraini? “I bambini -risponde l’assessore Brugni- sono stati inseriti nelle scuole in collaborazione con gli istituti scolastici e l’Ufficio scolastico regionale. Inoltre sono stati organizzati momenti di svago e ludici insieme alle associazioni. Per gli adulti invece sono partiti i corsi d’italiano presso il Cpia (l’ex scuola serale, ndr) presente all’Istituto d’istruzione superiore ‘Enrico Fermi’. Anche il Comune ha fatto la sua parte inserendo nel sito internet una sezione dedicata all’accoglienza con i vademecum, il numero telefonico degli assistenti sociali in collaborazione con l’Ambito Sociale e la Caritas e tutte le informazioni necessarie per l’accoglienza e la raccolta degli aiuti che sono stati già inviati”.