Sono passati due anni ma credo che tutti ricordiamo bene l’inizio della pandemia: i morti, la paura, il primo lockdown, forse quello che ci ha segnato di più. All’improvviso tutti eravamo chiusi in casa e forse per la prima volta molti di noi hanno dovuto fare i conti con se stessi, imparare a stare soli e tanti hanno trovato un buon rifugio fra le pagine di un libro.
Tra le attività considerate primarie ad avere il permesso di riaprire il 14 aprile 2020 c’erano proprio le librerie, perché la mente necessita di nutrimento come, se non più del corpo, e avendo tanto tempo dopo ore di televisione o di navigazione sui social abbiamo avuto bisogno di qualcosa di più: i libri.
Ad Ascoli Piceno la libreria “Rinascita” è il punto di riferimento per i lettori; considerata fra le più belle al mondo per la sua sede unica, con ampi spazi all’interno di un palazzo storico che ne permettono una grande pluralità di iniziative al servizio della vita culturale cittadina come incontri, presentazioni, musica live e laboratori, oltre ovviamente ad un’offerta di ben 30.000 libri presenti più quelli a catalogo.
Ed è proprio in quel primo terribile periodo che Rinascita si è trasformata in una sorta di sostegno letterario alla popolazione quasi clandestino; perché è possibile richiedere i libri e fissare gli appuntamenti per ritirarli. E’ così Franca è diventata una sorta di “Giulietta dei libri” che passava i volumi ai clienti attraverso le grate e a volte si è anche occupata di consegnare di persona i volumi lasciandoli negli androni dei portoni. C’era poi il problema del pagamento che non poteva essere effettuato poiché l’attività era chiusa, quindi con coraggio e fiducia il proprietario e fondatore Giorgio Pignotti, ha deciso di lasciare i conti aperti; la risposta degli ascolani è stata lodevole poiché tutti sono stati saldati. Un aumento rapidissimo di necessità e voglia di leggere che fa ben sperare per una crescita culturale della città e che passa anche dai libri.
In molte culture la parola crisi vuol dire anche opportunità e questo è uno di quei rari casi in cui in un brutto momento siamo stati in grado di migliorare, perché dalla riapertura in poi c’è stato un notevole aumento delle vendite con l’arrivo di tanti nuovi lettori anche fra i giovani che sembrano apprezzare il supporto cartaceo di un libro stampato tanto da mettere da parte i telefonini per leggere un romanzo; e questo è un dato davvero positivo, perché è indice di una volontà di migliorare che forse un po’ per cinismo tendiamo a non attribuire ai ragazzi. Inoltre si è venuta a creare una nuova frequentazione della libreria in mancanza di altre attività aperte si è tornati ad incontrarsi fra gli scaffali come in una sorte di agorà della cultura, uno spazio che da sempre abbiamo considerato pubblico più che privato proprio perché nel cuore della città e dei cittadini. In un momento così difficile sapere che oltre alla resilienza siamo in grado anche di un miglioramento è qualcosa che va oltre la speranza,che è sempre rivolta al futuro, perché possiamo trovare del buono anche nel presente.