Culture

Terra promessa o occupazione: la vita dei coloni ebrei raccontata da Frenquellucci

Un libro-inchiesta inedito nel panorama letterario italiano per indagare in presa diretta uno dei capitoli più controversi e per certi versi drammatico della storia mondiale dal Dopoguerra ai giorni nostri. Si intitola “Coloni. Gli uomini e le donne che stanno cambiando Israele e cambieranno il Medio Oriente” il libro del giornalista Pietro Frenquellucci, già caposervizio della redazione ascolana de Il Messaggero e in precedenza anche al Corriere Adriatico e all’Ansa.

Un libro nato da diversi viaggi svolti in Israele e che ha già attirato l’interesse della grande stampa nazionale. Frenquellucci, in particolare, ha intervistato alcuni dei coloni insediatisi nei territori dopo le varie guerre (iniziate nel 1947) che nel corso degli anni hanno permesso al neonato Stato di Israele di “lievitare” come evidenziato anche dall’autore nelle cartine proiettate durante la presentazione “sold out” al Cinema Teatro Piceno di Ascoli.

Al di là dei politici e di chi fa le grandi scelte di politica interna – afferma Frenquellucci – il nodo per Israele verso un ipotetico accordo di pace è proprio quello dei coloni, i cinquecentomila ebrei israeliani che dal 1967, anzi dalla Pasqua del 1968, hanno iniziato ad andare a vivere oltre la linea verde, la linea dell’armistizio che aveva concluso la guerra d’indipendenza. Mi ha incuriosito il perché si sia scatenata, ad un certo punto, quella sorta di corsa verso ai territori conquistati“.

“Coloni” è ricco di storie raccolte dal vivo dalla penna dell’autore durante i soggiorni svolti tra il 2018 e il 2021. C’è la vicenda, ad esempio, di un rabbino di origini americane che decide di celebrare la Pasqua ebraica nella città di Hebron, nel cuore dei territori conquistati, portandosi dietro in auto anche un… frigorifero e una lavatrice per rimanere oltre alla data stabilita scatenando così le prime tensioni in una zona sotto regime militare. “Resterà nel cortile della caserma un tempo dell’esercito giordano – afferma sempre Frenquellucci – seguito poi da altre persone dando vita al primo insediamento ebraico nei territori conquistati“.

Che cosa c’è alla base di questa spinta così forte? “Dopo oltre duemila anni di storia – fa notare l’autore – gli ebrei ritornano in contatto fisico con alcuni dei luoghi più importanti della loro storia millenaria. Lo Stato d’Israele ‘ufficiale’, infatti, contiene ed ospita pochissimi luoghi che troviamo nella Bibbia poiché la maggior parte sono concentrati a sud di Gerusalemme e nella Samaria. Dopo il 1967 torna così quella spinta messianica che era rimasta per così dire sopita“.

Renato Pierantozzi

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